(Teleborsa) - "Ci aspettiamo che saranno necessari altri rialzi, ma molto è già stato fatto, quindi dovremo assicurarci di avere una buona comprensione dell'outlook di inflazione e dei fattori di rischio nel fissare i tassi riunione per riunione". Lo ha detto Philip Lane, Chief Economist e membro dell'Executive Board della BCE, in un'intervista a Milano Finanza. Guardando alla riunione della Banca centrale europea di dicembre, l'economista ha sottolineato che "il punto di partenza è diverso ora", avendo Francoforte già alzato i tassi di 200 punti base. "Saremo ancora guidati dall'outlook di inflazione - ha spiegato - Ma in nessuna riunione si può decidere l'entità appropriata dell'aumento senza considerare il punto di partenza, che ora è molto più alto rispetto a quello delle riunioni precedenti".

Lane non si è espresso esplicitamente a favore di una nuova stretta da mezzo punto percentuale, invece che un altro aumento di 75 punti base, ma ha detto: "Il punto di partenza più elevato è una dimensione del dibattito, ma naturalmente in termini più ampi dovremo considerare l'outlook complessivo. Voglio dire che quando prenderemo le future decisioni sui tassi, incluso a dicembre, dovremo considerare la portata di ciò che abbiamo già fatto, quindi la base per la decisione sarà diversa".

Per quanto riguarda l'evoluzione dei prezzi al consumo, Lane ha affermato che "superati i mesi iniziali, andando più avanti nel 2023, in primavera o in estate, dovremmo assistere a un calo significativo del tasso di inflazione. Ciò detto, il cammino dell’inflazione dagli attuali livelli molto alti fino al 2% comunque richiederà tempo".

Il Chief Economist della BCE ha però messo in guardia sul "secondo round di inflazione". "Molti settori devono aumentare i prezzi perché i loro costi sono cresciuti - ha spiegato - È anche vero che molti lavoratori hanno subito una forte riduzione del tenore di vita, ma ci aspettiamo che ricevano aumenti di stipendio più elevati l'anno prossimo e anche nel 2024 e nel 2025. Questi incrementi sosterranno la spesa e faranno aumentare anche i prezzi. Questo è il motivo per cui ci vorrà un po' di tempo per tornare al target del 2%. Gli effetti di secondo livello guideranno l'inflazione l'anno prossimo e nel 2024".

Lane ha inoltre ribadito quanto sostenuto dalla presidente Christine Lagarde nelle scorse settimane, ovvero che maggiori politiche espansive da parte dei governi potranno spingere la BCE ad alzare di più i tassi. "Se l'area dell’euro avrà deficit fiscali più ampi, ciò aumenterà la domanda complessiva nell'economia e quindi questo implicherà un aumento dei tassi per assicurare che l'inflazione torni al 2% - ha sostenuto - Perciò abbiamo sottolineato che nella risposta immediata alla crisi energetica i governi devono ancora fare molto, proteggere i più vulnerabili e offrire sostegno alle imprese che affrontano sfide particolari. È utile intervenire in modo temporaneo e mirato invece che alimentare eccessivamente la domanda aggregata su base permanente".