(Teleborsa) - E’ il 26 ottobre del 1997 quando il professore universitario Ramnath Chellappa pronuncia per la prima volta in ambito scientifico le parole “cloud computing” in una conferenza accademica a Dallas dal titolo “Intermediaries in Electronic Markets” dove l’accademico definisce il cloud computing come “un nuovo paradigma informatico in cui i confini saranno determinati dalla logica economica piuttosto che dai limiti tecnologici”.

Una data simbolo per una tecnologia che ha avuto un impatto radicale nell’universo IT andando a ripensare le infrastrutture informatiche aziendali. Per funzionalità e numeri, si può affermare che il cloud computing è stata l’invenzione che ha cambiato per sempre il settore IT: oggi il 60% delle imprese italiane utilizza il Cloud (al 5° posto in Europa) per un mercato che globalmente vale 484 miliardi di euro con un giro d’affari previsto per il 2030 superiore ai 1.500 miliardi di euro (+15,7% di crescita annua).

L'avvento sul mercato dei DVD destinati a soppiantare le vecchie VHS, il debutto delle TV a schermo piatto, i primi SMS rigorosamente di 160 caratteri e l’alba di internet dove Netscape era il browser più utilizzato. Il 1997 è stato un anno particolarmente prolifico in termini di progresso tecnologico anche grazie a un’intuizione destinata a cambiare il mondo informatico.

Le cifre parlano di un mercato globale da 484 miliardi di euro, come afferma il recente report di Grand View Research, che ha anche previsto un giro d’affari per il 2030 di oltre 1.500 miliardi con un +15,7% di crescita annuale. Nell’anniversario del cloud qual è la situazione in Italia e in Europa? Secondo Eurostat il 60% delle imprese italiane dichiara di utilizzare servizi cloud per un mercato che l'Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano quantifica in 4,5 miliardi di euro (+15% rispetto al 2021). Il dato dell’adozione del cloud da parte delle imprese italiane (60%) è superiore alla media europea (42%) e posiziona il Belpaese al 5° posto nel continente, davanti a Germania (40%) e Francia (30%), in una classifica capeggiata dalla Svezia (75%) e chiusa dalla Bulgaria (13%). Il report di Eurostat specifica che il 79% delle aziende utilizza il cloud per la posta elettronica (l’Italia è prima in questa classifica con il 96%), il 68% per lo storage e il 58% per gli applicativi sulla sicurezza. Numeri importanti ma inferiori per quanto riguarda le applicazioni software per finalità più avanzate, come finanza/contabilità (48%), CRM (27%) e pianificazione delle risorse aziendali (24%).
“Il cloud è una rivoluzione che non ha ancora smesso di portare benefici. Non è una semplice tecnologia: è un nuovo modo di fare innovazione per le imprese e le persone" - afferma Federico Soncini Sessa, CEO di Mia-Platform - tech company 100% italiana specializzata nella costruzione di piattaforme digitali cloud-native.

Quali sono i benefici del cloud computing per le imprese e le persone?
In un mercato ipercompetitivo e dinamico, le aziende devono essere capaci di evolversi in modo tempestivo per adattarsi ai cambiamenti di mercato e alle esigenze dei consumatori in continua evoluzione. Per vincere questa sfida devono potersi affidare a supporti tecnologici innovativi, affidabili, sicuri. Nell’ambito del Cloud Computing si stanno affermando nuove tecnologie come API, microservizi e piattaforme digitali che supportano le aziende nel percorso di trasformazione digitale, e le aiutano ad affrontare con efficacia le sfide del mercato. Ispirandosi al paradigma di “Composability” (Componibilità), queste nuove tecnologie possono essere assemblate, integrate e riutilizzate proprio come mattoncini Lego, permettendo alle aziende di essere più veloci e creative nel rilascio di nuovi applicazioni e servizi digitali, con un risparmio di costi e tempi di sviluppo.

In quale settore è più attivo il cloud computing?
Per mantenere un vantaggio competitivo solido, le aziende si stanno trasformando da semplici consumatrici di strumenti tecnologici a creatrici di nuove tecnologie. Da diversi anni il mondo finanziario ha aumentato esponenzialmente gli investimenti nel digitale, sull’onda del cambiamento che ha attraversato il settore con l’introduzione della normativa PSD2 sui servizi di pagamento, entrata in vigore nel 2016 e recepita dagli Stati membri due anni dopo.
Secondo il Rapporto ABI Lab del marzo 2022 sui principali trend in atto nel settore bancario in Italia il Cloud Computing è considerato un driver strategico dai maggiori player del mercato, che nel corso del 2022 arriveranno a dedicare al Cloud il 64% della spesa IT complessiva di investimento (spesa complessiva pari a 5,3 miliardi di euro). La normativa PSD2 ha innescato, inoltre, un processo di innovazione continua e di integrazione rapida fra gli attori dell’ecosistema, che vede collaborare a stretto contatto istituzioni tradizionali del settore con nuovi player fintech, che integrano i propri prodotti all’interno delle offerte delle aziende incumbent in un’ottica di Composability.

Si parla molto del 5G e di come possa essere applicato al cloud computing. Insieme, queste due tecnologie hanno il potenziale per rimodellare sistemi complessi e distribuiti?
Il 5G permette una più ampia distribuzione dei sistemi e dei microservizi basati su Cloud sulla rete, e di conseguenza crea una maggiore prossimità dei servizi al consumatore, con tempi di risposta e fruizione sempre più rapidi. Grazie al 5G, diventa più semplice far evolvere e distribuire sulla rete un’architettura a microservizi basata su Cloud, con notevoli vantaggi in termini di rapidità ed efficienza nell’erogazione dei servizi di prossimità al consumatore.

La combinazione di intelligenza artificiale e cloud computing nell'infrastruttura IT può aumentare la produttività?
L’intelligenza artificiale può aumentare la produttività dell'infrastruttura IT grazie alle sue capacità di automazione di attività ripetitive e complesse. Questo permette alle aziende di essere più efficienti e rapide nel trasformarsi per rispondere ai cambiamenti del mercato, e di potenziare le capacità di analisi dei dati a supporto di decisioni strategiche. Per fare qualche esempio nell’ambito dello sviluppo software, grazie all’IA è possibile: aumentare la produttività dei team di sviluppo attraverso l’automazione delle applicazioni con sistemi di RPA (Robotic Process Automation); modernizzare i sistemi legacy aziendali, adottando logiche di Low-Code / No-Code (metodologie di sviluppo che permettono di sviluppare applicazioni con una minima o nulla scrittura di codice); assemblare pacchetti di componenti software in modo intelligente e automatizzato per la creazione di nuovi applicativi.

Flessibilità, sicurezza, capacità di accesso da qualsiasi parte del mondo in modalità self-service, prezzi tailor made a seconda delle esigenze richieste: questi sono solo alcuni vantaggi relativi al cloud computing e alle infinite possibilità che hanno i provider di erogare servizi accessibili da remoto e accelerare notevolmente il time-to-market delle imprese. In 25 anni il cloud computing ha avuto un impatto radicale nell’universo IT andando a ripensare le infrastrutture informatiche aziendali: vediamo 10 curiosità, secondo un’indagine condotta da Espresso Communication per Mia-Platform sulle principali testate internazionali, che hanno contraddistinto la storia e l’evoluzione fino a oggi del cloud computing.

UN MARE DI DATI Secondo l’azienda americana Cybersecurity Ventures entro il 2025 saranno archiviati oltre 200 zettabyte (l’equivalente di 1 triliardo di byte) gestiti da provider pubblici e privati. Dal 2022, inoltre, oltre il 60% dei dati aziendali sarà archiviato nel cloud.

LA PRIMA VOLTA Se il prof. Ramnath Chellappa è stata la prima persona a portare alla ribalta pubblica il termine cloud computing, alla fine del 1996 questo termine era comparso anche all’interno di un documento interno della Compaq realizzato da George Favaloro e Sean O'Sullivan.

ITALIA QUINTA IN EUROPA Il 60% delle imprese italiane dichiara di utilizzare servizi cloud, un dato superiore alla media europea calcolata da Eurostat (42%) che posiziona il Belpaese al 5° posto davanti a Germania (40%) e Francia (30%). In testa la Svezia (75%) mentre chiude la Bulgaria (13%).

NUVOLA VERDE Uno studio di Accenture ha rilevato che le aziende che migrano dai server fisici al cloud generano una riduzione del 65% del consumo di energia e una riduzione dell'84% delle emissioni di carbonio. I centri di calcolo si spostano verso aree più fredde o addirittura sott'acqua.

A STELLE E STRISCE Secondo Gartner il paese con la spesa cloud più alta sono gli Stati Uniti: nel 2022 per i servizi cloud verrà destinato il 14% della spesa complessiva destinata all’IT. Gli USA hanno anche il maggior numero di data center al mondo con 2.653, seguiti da UK (451) e Germania (442).

CHI CI GUADAGNA DI PIÙ I settori finanziari, assicurativi e bancari rappresentano la principale industria che realizza ricavi da servizi cloud con il 25%. Al secondo posto ci sono i servizi di Information Technology mentre chiude il podio della ricerca Grandview Research le telecomunicazioni.

DIPENDENTI DA CLOUD Posta elettronica, servizi di archiviazioni file, utilizzo di software, sicurezza, CRM ma non solo. Mediamente un dipendente di un’azienda utilizza 36 servizi cloud-based nella propria routine quotidiana.

ETEREO COME UNA NUVOLA Perché si è optato proprio per il termine cloud? Questa parola è stata scelta per indicare una massa, apparentemente impalpabile ed eterea, ubicata in una dimensione lontana. Proprio come una nuvola.

CLOUD GAMING Business anche nei videogiochi. Secondo un report Newzoo ci sono 31,7 milioni di giocatori nel mondo che spenderanno 2,4 miliardi di dollari in servizi e giochi cloud-based entro la fine del 2022. L’Europa vale il 30% di questo mercato dietro ad Asia e Pacifico con il 36,5%.

SMART WORKING ACCELERATOR Una ricerca della società americana di consulenza e ricerca del personale Robert Half afferma che uno smart worker su 3 preferirebbe lasciare il lavoro piuttosto che tornare in ufficio. La tecnologia del cloud computing ha reso più accessibile il lavoro a distanza.