Punto 1 - Cosa succedeva una volta
Prima dell'euro, di fronte ad un'economia in stagnazione, un Paese poteva svalutare la propria moneta nazionale, ad esempio la Lira, rispetto alle altre monete. Di conseguenza gli altri Paesi pagavano meno la nostra merce, pagavano di più, migliorava il nostro export con ovvi benefici per la nostra economia.
Punto 2 - Cosa succede oggi
Non c'è dubbio che, un Euro debole rispetto al Dollaro, può spingere determinati settori, ad esempio nel caso italiano può spingere il turismo, che peraltro rappresenta il 10% del nostro PIL, come può spingere il Made in Italy tessile, dell'abbigliamento e quant'altro. Il problema per l'Italia è sull'altro fronte, quello dell'import, perché la maggior parte del nostro import strategico - materie prime, metalli, minerali, semilavorati, semiconduttori e tutte le fonti energetiche - è denominato in dollari. Quindi con un euro debole rispetto al dollari, l'Italia in qualità di Paese trasformatore paga di più le nostre importazioni. Alla fine, purtroppo, la somma algebrica fra vantaggi e svantaggi derivanti da un'euro debole è a nostro sfavore e quindi danneggia la nostra economia.
Si sta verificando anche un terzo fenomeno. Come noto la BCE sta lottando contro l'inflazione alzando i tassi d'interesse e questo può generare recessione. Se però, a causa di un'Euro troppo debole rispetto al Dollaro, si pagano di più le importazioni, in realtà si sta importando ulteriore inflazione. In questo modo la BCE è spinta ad aumentare ancora i tassi, generando un circolo vizioso che può generare una recessione più profonda.
Conclusione
Nell'attuale scenario caratterizzato da una crisi energetica che genera stagnazione ed inflazione, il perdurare di un'Euro debole rispetto al Dollaro non fa altro che rendere più complicata l'uscita del tunnel.