(Teleborsa) - "Vediamo negli azionisti che hanno promosso l’OPA su Atlantia, il nostro socio storico Edizione e Blackstone, che partecipa tramite un fondo open end, moltissimo interesse perché Atlantia diventi una grande piattaforma di investimento nella mobilità integrata e sostenibile e si consolidi ulteriormente nel suo business tradizionale, quello delle concessioni autostradali e aeroportuali!.
E' quanto spiegato da Giampiero Massolo, presidente di Atlantia, in un’intervista a Class CNBC in occasione del Forum Ambrosetti a Cernobbio. Il manager non ha fornito indicazioni sulle tempistiche dell'OPA, che è ancora in una fase autorizzativa, ma ha auspicato un via libera "nelle prossime settimane, in modo da consentire di rispettare il calendario, che vorrebbe la conclusione di questa operazione entro fine anno".
Massolo ha ricordato che il Gruppo già gestisce 48 concessioni in 11 Paesi del mondo ed è presente in 24 Paesi. "Siamo un pezzo di Italia che investe anche all’estero", ha ribadito il manager, aggiungendo "la sostenibilità per noi è un percorso obbligato: abbiamo realizzato una programmazione di investimenti che tiene conto dei fattori ESG, e per questo siamo stati riconosciuti dagli enti certificatori tra le prime 4 aziende infrastrutturali al mondo più efficaci sul fronte della sostenibilità".
Rispondendo ad una domanda sulla guerra in Ucraina, il Presidente di Atlantia che è anche presidente dell'Ispi, si è detto convinto che la situazione "si congelerà e durerà piuttosto a lungo" e quindi abbiamo davanti un lungo periodo "di sanzioni e non di collaborazione".
Per Massolo, Putin "ha sottovalutato la resistenza dell'Ucraina e la compattezza dell'Occidente, che non sta solo difendendo il diritto dell'Ucraina a difendersi ma sta difendendo anche se stesso. Nello stesso tempo - ha aggiunto - "sarà sempre più difficile per la Russia rigenerare il proprio arsenale e non subire i danni che derivano dalle sanzioni. Le sanzioni mordono eccome, non solo dal punto di vista energetico, anche se il tetto al prezzo del petrolio voluto dal G7 e quello europeo al prezzo del gas sono una minaccia rilevante per i redditi russi".