(Teleborsa) - "Gli accordi firmati oggi a Istanbul da parte dell'Ucraina, della Russia, della Turchia e delle Nazioni Unite sono un'ottima notizia per tutta la comunità internazionale. Il successo di questo piano dipenderà dalla rapida e piena attuazione degli accordi firmati oggi. L'Italia si è fortemente impegnata negli scorsi mesi per sostenere l'iniziativa di mediazione della Turchia con il ruolo centrale delle Nazioni Unite. Auspichiamo che questi accordi rappresentino un primo passo verso concrete prospettive di pace, in termini che siano accettabili per l'Ucraina". Lo ha dichiarato il presidente del consiglio Mario Draghi in merito allo sblocco del grano dall'Ucraina. Mosca e Kiev hanno firmato due accordi separati con la Turchia e le Nazioni Unite, con l'ONU che prevede che 5 milioni di tonnellate di grano al mese possano essere esportate dai porti ucraini.

"Ho già detto che questa guerra non avrà né vincitori né vinti, l'unico sconfitto sarà il mondo, l'effetto della guerra si ripercuote su tutto il pianeta, speriamo che si riapra uno spiraglio per la pace con questo accordo", è stato invece il commento del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si conferma sempre più importante sullo scacchiere internazionale. In cinque mesi di guerra ha ospitato in Turchia ben quattro incontri tra delegazioni di Mosca e Kiev, anche se non è ancora riuscito a portare Putin e Zelensky a sedersi al tavolo a Istanbul.

La Russia, secondo quanto detto dal ministro della Difesa Serghei Shoigu, non approfitterà per trarre vantaggi militari dal fatto che gli ucraini si sono impegnati a sminare e riaprire i loro porti sul Mar Nero. Intanto, gli Stati Uniti plaudono alla firma dell'accordo sul grano, lodando il segretario generale dell'Onu e il presidente turco. Il portavoce della Casa Bianca, John Kirb, ha affermato che gli USA premono sulla Russia affinché attui "rapidamente" l'accordo sul grano firmato oggi.

"Con la ripresa delle esportazioni via mare dell’Ucraina, circa 20 milioni di tonnellate di grano potranno essere collocate sui mercati internazionali, con il risultato di ridurre sensibilmente il rischio di una crisi alimentare globale - ha spiegato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - Adesso valuteremo gli effetti dell’intesa sul mercato, anche alla luce della flessione che le produzioni hanno subito e subiranno a causa della siccità".

L'emergenza grano riguardava anche l'Italia, se si considera che è un paese deficitario e importa il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 46% del mais di cui ha bisogno per l'alimentazione del bestiame, secondo un'analisi della Coldiretti. Inoltre, l'Ucraina è il secondo fornitore di mais dell'Italia, con una quota di poco superiore al 13% (785 milioni di chili), ma garantisce anche il 3% dell'import nazionale di grano (122 milioni di chili) senza dimenticare gli arrivi di ben 260 milioni di chili di olio di girasole.