(Teleborsa) - "Nell'attuale scenario di crisi generalizzata la transizione dai motori termici ai motori elettrici sarebbe dovuta essere decisamente più graduale proprio per tutelare quei paesi come l'Italia maggiormente esposti nel settore automotive tradizionale". È l'opinione espressa dall'economista Andrea Ferretti in merito alla posizione espressa dal Consiglio dei ministri dell'Ambiente europei sullo stop alla vendita di veicoli a diesel e a benzina a partire dal 2035.

L'Italia non ha infatti ottenuto lo slittamento della scadenza al 2040. Nel 2026 comunque la Commissione europea valuterà la possibilità di consentire la vendita di di auto con motori a combustione oltre il 2035 purché alimentati dai biocarburanti compatibili con i criteri ambientali dell'UE. "La strada verso l'elettrico è segnata – ha affermato Andrea Ferretti – è fondamentale quindi evitare che le nostre aziende dell'automotive tradizionale rimangano indietro rispetto ai competitor europei". "Per fare questo ovviamente sarà
indispensabile un mix di sostegni governativi di investimenti in nuove tecnologie e un mix di supporti all'occupazione", ha aggiunto.


Ferretti ha sottolineato che il vero rischio per le aziende tradizionali non deriva tanto dalla decisione del Parlamento europeo né dalla scadenza del 2035 quanto piuttosto dal comportamento dei mercati, ossia dei venditori di auto, dei produttori di componentistica e dei
consumatori, "perché questi soggetti potrebbero muoversi molto rapidamente anticipando la scadenza del 2035".

Infine l'economista ha sottolineato che il rapido passaggio all'elettrico in qualche modo aumenterà la dipendenza dell'Europa dalla Cina e
questo essenzialmente per tre motivi: l'80 per cento della componentistica necessaria per costruire un'auto elettrica è cinese, inoltre la
Cina possiede il 62 per cento della produzione e il 32 per cento delle riserve mondiali di minerali, terre rare, litio, cobalto e
quant'altro è indispensabile per la costruzione delle batterie elettriche e dei semiconduttori. Infine, ha sottolineato Ferretti, "in una pacco batterie di un'auto elettrica al momento troviamo qualcosa come 8 kg di litio, 35 di nichel, 20 kg di manganese e 14 di cobalto. Estrarli è molto molto inquinante, fossi l'Europa fare ogni sforzo per evitare di passare direttamente dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dalle terre rare cinesi".