(Teleborsa) - Il fenomeno della "shrinkflation" mette in allerta anche l'Antitrust, che "sta monitorando il fenomeno al fine di verificare se possa avere rilevanza ai fini dell'applicazione del Codice del Consumo, con particolare riferimento alla disciplina in materia di pratiche commerciali scorrette". Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti.
E così la tecnica di marketing più in uso di recente che riduce le quantità degli alimenti per mantenere prezzi invariati, non convince gli esperti, che stanno osservando un fenomeno messo più volte in rilievo dalla stampa e denunciato da un'associazione dei consumatori. Ciç che rileva - ha spiegato Calabrò - non è la riduzione in sé della quantità di prodotto contenuta nella confezione, che potrebbe anche essere una decisione aziendale legittima, ma piuttosto la trasparenza di questa scelta nei confronti del consumatore. Ed in questa direzione la diminuzione della quantità di prodotto senza un'adeguata avvertenza sull'etichetta frontale, potrebbe essere ritenuta illegittima e a danno dei consumatori.
La conferma che l'Antitrust sta monitorando la faccenda è stata ben accolta da Unione Nazionale Consumatori (UNC), che ha presentato un esposto l'8 aprile scorso. A finire nel mirino dell'associazione in quell'occasione erano state le colombe pasquali da 750 grammi, le mozzarelle da 100 grammi invece che da 125, il caffè da 225 al posto di quello da 250 grammi, la pasta non nei formati consolidati da 500 grammi e da 1 Kg, il tè con 20 bustine invece di 25 e innumerevoli altri prodotti
"La sgrammatura dei prodotti è antica, ma con la crisi attuale e gli aumenti dei costi di produzione delle aziende, dovuti ai rincari energetici di luce e gas, le segnalazioni dei consumatori si erano moltiplicate e le tecniche delle aziende si sono fatte sempre più insidiose", spiega il Presidente di UNC Massimiliano Dona, aggiungendo "è scorretto diminuire il quantitativo interno di un prodotto mantenendo la confezione della stessa grandezza" così come "è ingannevole nascondere il peso anomalo nella parte nascosta della confezione, quella inferiore, scrivendolo a caratteri minuscoli tra decine di altre scritte".
"Finalmente qualcosa si muove sul fronte dell’inflazione occulta determinata dalla pratica sempre più diffusa di ridurre le quantità dei prodotti lasciando intatti i prezzi", afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi, aggiungendo che il fenomeno "svuota i carrelli fino al -30%" e "determina un duplice danno agli utenti".
Per Coldiretti la shrinkflation "è solo l’ultima trovata per scaricare l’aumento dei costi" su consumatori e produttori, perché con la guerra in Ucraina "si moltiplicano speculazioni e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori al di sotto dei costi di produzione".