Laurea alla Bocconi e perfezionamento all'Essec di Parigi, Fassi ha lavorato per diversi anni nella società internazionale di revisione Kpmg, prima di tornare sui libri per un master in creatività alla Cattolica e dare vita alla società che oggi dirige. "Fatturiamo più del 60% all'estero, nonostante la crescita continui sia in Italia che in altri paesi, e puntiamo a diventare sempre più internazionali", spiega l'AD, il quale sottolinea che la crescita è stata fin qui totalmente organica, ma non esclude che in futuro la società possa fare ricorso all'M&A. In quel caso le acquisizioni sarebbero all'estero, proprio per proseguire nell'espansione globale del marchio. Intanto, passato il periodo più duro della pandemia, è ripreso il piano di apertura delle boutique, con il taglio del nastro del punto vendita di Trieste proprio in questi giorni. Legami ha oggi 23 boutique, tutte in Italia tranne una ad Atene e una vicino Barcellona, ma i suoi canali di vendita sono molti di più.
"Abbiamo tre canali di vendita: il wholesale, ovvero il canale indiretto, il retail fisico e l’online, canali invece diretti", afferma Fassi. "Il primo è sviluppato tramite accordi con importanti partner commerciali in tutto il mondo - come librerie o department store - e in molti casi personalizziamo una parte dei loro negozi con le nostre strutture, per dare un'identità al nostro marchio - spiega l'imprenditore - Non siamo infatti un'azienda che vende semplicemente un prodotto, ma che trasmette emozioni e desideriamo veicolare il nostro messaggio in modo adeguato: in questo senso è essenziale la riconoscibilità del marchio e dei nostri valori".
Lo spazio fisico serve a Legami - che vende migliaia di articoli tra agende, calendari, cartoleria, accessori per la casa, giochi vintage, articoli beauty e per il viaggio e molto altro - per far vivere ai clienti un'esperienza in modo tangibile, andando in controtendenza rispetto a tanti altri marchi e credendo fortemente nell’importanza del retail come strumento di brand awareness (poi le persone possono anche acquistare i prodotti direttamente sul sito web della società).
"Vogliamo essere dei mood-changer, in quanto chi prende in mano i nostri oggetti cerca uno stato d'animo e un'occasione in un oggetto quotidiano che fa compagnia nei momenti importanti o quell’accessorio su cui è impressa una frase motivazionale - dice l'AD - In sostanza, cerchiamo di indirizzare gli stati d'animo verso la positività grazie ai nostri prodotti". Questo fa sì che i clienti siano di ogni età, anche se il target più numeroso sono le donne tra 25 e 40 anni, e che i prodotti possano essere proposti senza differenziazioni in tutti i paesi in cui Legami è attiva.
L'azienda è composta oggi da circa 200 dipendenti, con un'età media inferiore a 30 anni e l'80% di donne. In particolare, il gruppo manageriale è composto al 50% da donne. Inoltre, è attenta alla sostenibilità: dal 2021 è Carbon Neutral, si impegna per promuovere processi produttivi virtuosi nella catena dei suoi fornitori e uno dei prossimi passi sarà l’ottenimento dello status di benefit corporation.
La crescita del business - ha chiuso il 2021 con un fatturato vicino ai 50 milioni di euro - e il forte fermento commerciale - tra i nuovi progetti strategici ci sono lo sviluppo del mercato UK e l'apertura di 20 shop-in-shop e punti franchising in Medio Oriente - hanno attirato le attenzioni degli investitori, tanto che Legami sta considerando la quotazione a Piazza Affari, più in particolare sul mercato Euronext Growth Milan (ex AIM Italia). "Siamo abbastanza corteggiati per fare il salto in borsa - afferma Fassi - Stiamo guardando con interesse una possibile quotazione, ma al momento non c'è ancora nulla di deciso".