(Teleborsa) - Il progetto Rete Unica fa un altro importantissimo passo avanti, grazie all'accordo raggiunto da Open Fiber e TIM sulle aree bianche, cioè quelle a fallimento di mercato. L'accordo siglato con Fibercop permette ad Open Fiber l'uso (in affitto) delle infrastrutture aeree (pali, canaline ecc.) e delle connessioni fino a casa dei clienti, a fronte di un corrispettivo di 230 milioni di euro.
Anche il Fondo KKR, azionista con il 37,5% di Fibercop e titolare di diritto di veto, ha finalmente dato il via libera all'accordo, dopo aver espresso in precedenza alcune perplessità in merito alla valorizzazione. Dubbi che, a quanto pare, non riguardavano tanto il valore dell'accordo commerciale appena raggiunto, ma la possibilità che questo possa fungere da base di partenza per le trattative relative alla successiva aggregazione.
Con l'intesa si stringono i tempi per la possibile firma del memorandum di intesa della Rete Unica, che potrebbe arrivare addirittura la prossima settimana. Al tavolo delle trattative ci saranno sicuramente CDP (per Open Fiber) e TIM (per Fibercop), mentre non è chiaro se parteciperanno anche i grandi investitori internazionali, Macquarie e KKR, azionisti rispettivamente di OF e Fibercop.
La macchina delle trattative è in moto l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti Dario Scannapieco la scorsa settimana ha voluto incontrare Arnaud de Puyfontaine, numero uno di Vivendi, che è anche il primo socio di TIM con una quota del 24%. I legali e advisors, intanto, sono al lavoro per mettere a punto le clausole di un primo accordo vincolante.
Al di là dei partecipanti alle trattative, il tema fondamentale è quello della valutazione delle due reti. Se si fa riferimento alle recenti acquisizioni, Open Fiber era stata valutata dal fondo australiano Macquarie 5,4 miliardi, escluso il debito, mentre il 37,5% di Fibercop valeva per il fondo statunitense KKR 4,7 miliardi, escluso debito. Da qui la base di partenza delle trattative che sono ancora in salita.
La creazione della rete unica dovrebbe tecnicamente passare le uno scorporo (carve out) della rete primaria, della rete secondaria (Fibercop) e dei cavi sottomarini di Sparkle a favore di una società chiamata Telecom Italia, mentre la dorsale in fibra che collega tutte le centrali (backbone) dovrebbe restare in capo alla società di servizi TIM. Una volta trovato l'accordo sulle valorizzazioni, CDP ed altri soci finanziari (Macquarie e KKR) potrebbero lanciare un'offerta in vista della successiva integrazione con Open Fiber. Nel caso in cui la trattativa non vada in porto, l'Ad Labriola potrebbe sempre decidere per l'assegnazione ai soci di azioni delle due società (dell'infrastruttura e dei servizi)
Rete Unica in dirittura d'arrivo. Accordo Open Fiber-TIM su aree bianche
13 maggio 2022 - 09.20