"Questo incontro – ha spiegato Grifoni a margine dell'evento – è il primo passaggio per presentare Values' Metrics. Una presentazione che avviene in Vaticano perché Values' Metrics cerca di conciliare i criteri ESG, le tassonomie, tutte le varie metriche attualmente esistenti, prelevando anche le indicazioni dall'enciclica Laudato Si' e dalla dottrina sociale della chiesa. È qualcosa di diverso rispetto a quello che si sta vedendo in questo momento. Come investitore istituzionale posso dire che non esiste uno standard internazionale per i criteri ESG e quindi ciascuno dice la sua. Noi facciamo qualcosa di diverso: riprendiamo il concetto della finanza generativa, della finanza non speculativa, per un'economia nuova, per un'economia del bene comune. Questa nuova metrica serve per valutare tutto il mondo delle imprese e della finanza e dargli una via nella quale si recupera il senso etico e antropologico dell'economia. Quello che la finanza deve riuscire a fare è sostenere l'economia per andare verso il bene comune".
Investimenti più orientati al sociale e all'ambiente. La finanza ha già preso in una certa misura questa direzione. Cosa va fatto per raggiungere tale obiettivo?
"Va fatto molto di più. Ci sono circa 125 data provider che parlano di ESG e sono completamente difformi le valutazioni e le metriche che vengono utilizzate. Ciò significa che l'investitore non sa se tutto ciò che è stato valutato ha poi effettivamente una coerenza rispetto alle altre tipologie di valutazioni. La finanza ha sbagliato ma non ha sbagliato solo la finanza. Ci chiediamo tutti dove stiamo sbagliando, perché stiamo sbagliando. In tale scenario, Values' Metrics assorbe i concetti fondamentali e dà una valutazione molto chiara e precisa. Non si parla solo di ambiente, di sociale, di governance ma si recuperano le matrici dell'economia, dell'ecologia. Si recuperano questo valori che sono fondamentali e che abbiamo perso. Abbiamo perso la strada e stiamo andando in una direzione molto pericolosa".