(Teleborsa) - "Prima della guerra eravamo molto fiduciosi sulla ripresa di questa estate. Le compagnie aeree prevedevano di mettere in campo la stessa capacità del 2029, ma ora il conflitto può cambiare le cose". È quanto ha affermato Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe -Airports Council International, la federazione mondiale degli aeroporti che riunisce 500 scali aeroportuali di 48 paesi, nel suo intervenuto di apertura della seconda giornata di Aci Race, la 13esima edizione dell'assemblea degli aeroporti regionali europei, a cura di Gesap, che si sta svolgendo al teatro Massimo di Palermo

"Se guardiamo i dati nei mesi di gennaio e febbraio, a livello complessivo, il network degli aeroporti europei segnava -45% del traffico passeggeri rispetto al 2019 – ha detto Jankovec –. Le indicazioni che avevamo per questa estate erano molto positive, soprattutto sul mercato europeo, con il raggiungimento dei livelli di traffico quasi come il 2019. Adesso le cose sono un po' cambiate. Ovviamente, a soffrire di più saranno gli aeroporti che hanno una forte dipendenza dal mercato russo/ucraino, Bulgaria, Cipro e chi si trova vicino all'area di conflitto, dove ci potrà essere una sorta di calo di fiducia sui viaggi". Secondo le stime di Jankovec, per la maggior parte degli scali regionali europei le prospettive di traffico calcolate in base ai piani dei vettori fanno prevedere un superamento dei livelli prepandemici stimato tra +1,2% e +2,2% mentre per i grandi scali internazionali l'attività delle compagnie aeree resterà largamente al di sotto

"Ora che c'è la sicurezza sanitaria, abbiamo bisogno di un pieno allineamento a livello europeo e globale sulle regole di viaggio legate alla pandemia – ha proseguito Jankovec –. Al momento abbiamo ancora delle regole diverse tra Stati. Bisogna prendere atto del fatto che le restrizioni ai viaggi sono state quasi sempre totalmente inefficaci nel fermare la progressione del Covid-19. Non ha senso continuare a tenere in piedi restrizioni ai viaggi come i tamponi e le quarantene obbligatorie, che hanno creato un danno economico alle compagnie, alle società di gestione degli aeroporti e a tutto l'indotto dei territori".

Il direttore Generale di Aci Europe ha puntato il dito contro "nuove tassazioni sul trasporto aereo" che alla luce della crisi derivanti da due anni di pandemia "non avrebbero senso". "La connettività aerea – ha sottolineato Jankovec – è un fattore chiave della ripresa economica. Per ogni 10% di aumento della connettività aerea diretta si genera automaticamente un incremento del Pil pro capite pari allo 0,5%".

Secondo i dati diffusi dall'Airports Council International nel biennio 2020-2021 gli aeroporti europei hanno perso complessivamente 821 milioni di passeggeri, valore che equivale a tre volte l'incremento di traffico accumulato nei dieci anni precedenti. A partire dalla scorsa stagione estiva il traffico aereo ha visto l'inizio di una generale tendenza alla ripresa dei collegamenti con un maggiore dinamismo degli scali di piccola dimensione e traffico regionale, rispetto agli hub e agli aeroporti di maggiore dimensione, penalizzati dalle restrizioni al traffico internazionale. Una tendenza che – sottolinea Aci Europe – si è confermata anche nei primi mesi dell'anno, nonostante l'impatto negativo dovuto alla variante Omicron.

Secondo quanto calcolato da Aci, gli scali più piccoli hanno già recuperato il 64% del volume di traffico passeggeri pre-Covid (2019) mentre gli scali di maggiore dimensione si sono arrestati al 53%, ostacolati in particolare dalle restrizioni nell'area asiatica. Questo differente andamento caratterizzerà anche l'anno in corso.