(Teleborsa) - Compostaggio su piccola scala, tecnologie per il recupero e il riciclo di plastiche, monitoraggio di microplastiche in mare: sono questi i principali risultati conseguiti dal progetto NETWAP, finanziato dal bando Interreg Italia-Croazia con un budget di circa 1,5 milioni di euro, che ha visto in Italia la partecipazione di ENEA, Unioncamere del Veneto, Fondazione Fenice Onlus di Padova e GAL Molise verso il 2000. In Croazia sono stati coinvolti invece il Comune di Zara (capofila del progetto), Istituto Ruder Boškovic e Cistoca, l’Azienda della provincia di Zara responsabile per la gestione dei rifiuti.



Sono state installate compostiere elettromeccaniche con una capacità totale di 30 tonnellate l’anno in due siti: nel Comune di Fossalto (Campobasso) in Molise e sull’isola di Ist, in Croazia. Proprio grazie a questa azione è stata introdotta per la prima volta sull’isola croata la raccolta differenziata dell’organico e il Molise ha registrato il primo caso di avviamento di un’esperienza di compostaggio locale.

“Con questo progetto abbiamo sperimentato l’applicazione della pratica del compostaggio su piccola scala e proposto un sistema di gestione per la plastica raccolta in spiaggia, a beneficio di località spesso lontane dai servizi di raccolta e trattamento, che nella stagione estiva subiscono una notevole pressione turistica legata o a bellezze naturalistiche o alla presenza di siti archeologici”, spiega Lorenzo Maria Cafiero, ricercatore del Laboratorio ENEA di Tecnologie per il riuso, il riciclo, il recupero e la valorizzazione di rifiuti e materiali. “Siamo riusciti a superare le pratiche esistenti nella gestione della frazione organica, sostenendo le autorità locali e gli operatori economici, attraverso metodologie convertite in strumenti di politica locale, una formazione mirata e la fornitura della tecnologia stessa. In questo abbiamo compiuto il primo passo verso l’adozione di un approccio transfrontaliero dei rifiuti basato su un’efficace cooperazione internazionale e in sintonia con la gerarchia dei rifiuti dell’Unione europea e con i principi dell’economia circolare”, aggiunge Cafiero.

Rifiuti organici a parte, il progetto ha sperimentato in Croazia, a Vitrenjak (Uskok marina), anche “Seabin”, un sistema che filtra l’acqua del mare per raccogliere plastiche, microplastiche, oli e detergenti, prima di arrivare in mare aperto. Una volta raccolta, la plastica ha subìto una selezione per classe omogenea di polimero, è stata sottoposta a trattamenti di lavaggio e ne è stata dimostrata la riciclabilità attraverso test di estrusione.