(Teleborsa) - Come anticipato oggi nei colloqui avuti con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente russo Vladimir Putin ha siglato, in diretta tv nel corso suo discorso alla Nazione, il decreto per riconoscere l'indipendenza di Lugansk e Dontesk, le repubbliche separatiste ucraine del Donbass.

"L'Ucraina non è uno stato vicino, ma parte delle nostra storia. È il risultato delle politiche bolsceviche. Siamo pronti a mostrarvi cosa significa liberare interamente l'Ucraina – ha detto Putin nel suo messaggio alla nazione ripercorrendo la nascita dello Stato dell'Ucraina –. L'Ucraina è stata creata da Lenin. È una cosa documentata nei nostri archivi. Lenin aveva un interesse particolare anche nel Donbass. Adesso abbattono i monumenti a Lenin. Siamo pronti a mostrare cosa significa la vera liberazione dal comunismo. L'Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente come una vera nazione, non ha fatto altro che seguire modelli dall'estero, che non hanno radici con la sua storia. Le autorità che si sono avvicendate a Kiev hanno preso il potere solo basandosi su idee populiste e appena ricevuto il mandato, si sono rimangiate tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Gli ucraini sono stati dominati solo da oligarchi interessati solo ai loro affari e che volevano dividerla dalla Russia. In Ucraina non si è mai arrivati a uno stato sostenibile. Il nostro Paese – ha proseguito Putin – ha inviato aiuti umanitari all'Ucraina, possiamo anche parlare di tutto quello che abbiamo dato dal '91 al 2000: 250 miliardi di dollari che sono stati inviati dalla Russia all'Ucraina. Ma parliamo anche di coprire i costi del debito ucraino, parliamo di centinaia di migliaia di dollari. La Russia era pronta ad assumersi tutto il debito e lo ha ripagato per intero nel 2017 e in cambio questo nuovo Paese che era tornato indipendente, ha dato via alcune delle sue proprietà. Noi avevamo accordi con l'Ucraina che Kiev non ha ratificato e un giorno ha detto che c'erano altri accordi in essere e nonostante la Russia è sempre stata collaborativa negli interessi di tutti abbiamo continuato una cooperazione bilaterale. Abbiamo agito in un modo bilaterale. Ma loro volevano solo prendere da questa cooperazione ma non volevano dare. È sufficiente ricordare le minacce ucraine riguardo l'energia. Ci hanno continuamente ricattato sulle forniture energetiche per tentare di avere una via preferenziale ed e questo che hanno fatto con i negoziati con l'occidente si dall'inizio".

Nel suo discorso Putin ha dedicato grande spazio al tema dell'allargamento della Nato a est. "Gli americani dicono che non dobbiamo preoccuparci per l'ingresso dell'Ucraina nella Nato e che ci vorrà tempo perché questo accada. Gli Stati Uniti – ha proseguito Putin – non hanno escluso l'allargamento, se rispetterà determinate condizioni. Quindi arriverà il momento dell'adesione e allora la Nato non sarà più un'alleanza difensiva. Siamo noi l'obiettivo dei missili della Nato. I missili possono facilmente raggiungere Mosca, ci metterebbero trenta secondi, proprio come hanno fatto negli anni dispiegando questi armamenti sempre più vicino alla nostra frontiera ignorando le nostre preoccupazione. Non hanno fatto altro che ciò che volevano, non sono d'accordo con questo e non lo sarò mai. Perché fare di noi i nemici? Io stesso appena diventato presidente ho chiesto di far entrare la Russia nella Nato. Non è una questione di regime, non vogliono che esista un Paese così grande e che sia potente, tutto qua. È da sempre la politica americana. L'Occidente cerca di nuovo di ricattare la Russia con le sanzioni, a prescindere dalla situazione in Ucraina, l'obiettivo è lo stesso: frenare lo sviluppo della Russia".

Dura la risposta dei vertici Ue alle parole di Putin. In un comunicato congiunto diramato stasera a Bruxelles, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, "condannano con la massima fermezza la decisione del presidente russo di procedere al riconoscimento delle aree non controllate dal governo degli 'oblast' di Donetsk e Luhansk in Ucraina come entità indipendenti. Questo passaggio – sottolineano i due presidenti – costituisce una palese violazione del diritto internazionale e degli accordi di Minsk. L'Unione – avvertono Michel e von der Leyen – reagirà con sanzioni contro coloro che sono coinvolti in questo atto illegale. L'Unione ribadisce il suo fermo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti".

Il presidente americano, Joe Biden, ha convocato il Consiglio per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca per discutere della situazione in Ucraina.

"Ho discusso gli eventi delle ultime ore con il presidente americano Joe Biden" ha fatto sapere su Twitter il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, dopo la firma in diretta tv da parte del presidente russo Vladimir Putin del decreto per il riconoscimento delle repubbliche autoproclamate del Donbass. Zelensky ha annunciato che avrà anche un colloquio con il premier britannico Boris Johnson.

In Italia molti partiti chiedono al presidente del Consiglio Mario Draghi di riferire urgentemente in Parlamento sulla situazione. Una richiesta che, secondo quanto filtra da Palazzo Chigi, trova la disponibilità del premier.