Le PMI si trovano però ora a competere in uno scenario completamente stravolto dalla pandemia. "Le filiere lunghe globali si trovano estremamente deboli ed è quindi necessario un ripensamento in ottica di filiere resilienti, con un management capace di reagire prontamente ai problemi che possono emergere", ha commentato Pietro Paganini, professore aggiunto di International Business presso la Temple University di Philadelphia e la John Cabot University di Roma. "Se ho un blocco in una determinata area del mondo, devo essere pronto ad andare a comprare i componenti altrove - ha aggiunto - Stati uniti e Europa si sono trovati totalmente impreparati, e quindi sono ora partiti piani ultramiliardari, ma per creare aziende competitive ci vuole tempo".
L'Italia dovrebbe comunque fare di più per favore il business delle PMI, secondo Borri. "Per il paese è importante garantire condizioni ideali per le imprese, come mantenere un costo del credito basso - ha spiegato - Negli ultimi anni non ne abbiamo più parlato, grazie ai tassi bassi, ma questa inflazione galoppante può portare a forti rialzi dei tassi di interesse. Bisogna evitare che questo avvenga e le banche centrali devono evitare spirali difficili da controllare. Meglio iniziare subito con aumenti graduali, più che trovarsi a fare operazioni più importanti".
Intanto, la politica italiana non è stata all'altezza delle aspettative negli ultimi anni. "La politica parlamentare non ha saputo rispondere ai bisogni dei cittadini. Ricorrere alla figura di Mario draghi, per quanto molto illustre, è stato un fallimento della politica - ha detto Paganini - Nei prossimi anni avremo bisogno di una politica che sappia continuare a riposizionare l'Italia al centro dell'Europa e delle filiere internazionali, in modo che le PMI riescano a trovare le soluzioni per aggirare le difficoltà internazionali contingenti".
Nel corso dell'evento è stato più volte sottolineato come la pandemia abbia rivoluzionato le catene di approvvigionamento globali e messo in crisi la globalizzazione per come la si conosceva prima. "Le imprese devono ragionare in modo diverso, per coprire esigenze che erano prima state delegate a paesi come India e Cina - ha spiegato Luigi Tardella, co-head of Equity Research di EnVent - In questa ubriacatura rispetto alle efficienze del mercato mondiale che si auto regola, ci siamo dimenticati dei rischi, siamo oggi in una situazione di grande debolezza e dobbiamo rafforzare le capacità dell'economia interna". Secondo l'esperto, occorre rafforzare le PMI, rendendole imprese senza troppe concentrazioni su pochi clienti e fornitori. "Vale per piccole e grandi imprese, oltre che per i distretti produttivi", ha sottolineato
Il manager di EnVent si è poi concentrato sulle PMI quotate in borsa. "L'ex AIM è fatto di imprese medio-piccole, che stanno esportando e crescendo, ma c'è da fare un salto enorme nella comunicazione. C'è infatti troppa comunicazione finanziaria, ma poca comunicazione operativa. Quando incontro un'azienda mi interessa sapere come illustrano le azioni del management, come si confrontano con gli investitori. Quanto crescono ricavi e redditività è l'ultima cosa, dobbiamo prima vedere quanto dura la crescita, come viene realizzata, quali sono le motivazioni d'acquisto dei beni dei clienti".