(Teleborsa) - Alla BCE "bisogna iniziare a pensare a una normalizzazione della politica monetaria". Così Isabel Schnabel, componente del Comitato esecutivo, dato che le (brutte) sorprese riservate dall'inflazione negli ultimi mesi fanno presagire che restera' alta piu' a lungo del previsto. Nell'intervista al Financial Times, l'economista tedesca fornisce un buon numero di spunti su diversi aspetti chiave, che la politica monetaria è ora chiamata ad affrontare.
Secondo Schnabel nell'area euro "sta diventando sempre sempre più probabile che l'inflazione si stabilizzi attorno al nostro obiettivo del 2% sul medio termine. Questo significa che dobbiamo iniziare a pensare ad una graduale normalizzazione della nostra policy. Su questo ci sono due tipi di rischi: quello di agire troppo presto e' quello di farlo troppo tardi, dobbiamo trovare il giusto bilanciamento". Sia i dati di dicembre, sia quelli di gennaio hanno segnato "forti sorprese al rialzo" sull'inflazione e "abbiamo imparato che persisterà più a lungo del previsto, cosa che rende necessaria una rivalutazione delle prospettive del caro vita. In particolare adesso sembra improbabile che cali sotto il 2% per la fine dell'anno, come prevedevamo in precedenza". Le pressioni sui salari potrebbero rivelarsi piu' forti di quanto previsto e "continuiamo a vedere forti pressioni sui prezzi alla produzione".
E rispetto a coloro che sostengono che bisogna "guardare oltre" il periodo attuale, in cui i fattori che spingono l'inflazione sono prevalentemente i rincari dell'energia e le strozzature nelle catene globali, su cui eventuali strette della Bce non servirebbero a niente, Schnabel controbatte rilevando che "dobbiamo anche assicurare che l'attuale alta inflazione non si sedimenti nelle aspettative, perchè potrebbe innescare una spirale prezzi-salari. Al momento non vediamo nulla del genere ma dobbiamo assicurarci che non si inneschi perchè una volta che si crea diventa relativamente costoso da combattere. Quindi penso che non possiamo semplicemente 'guardare oltre' qualunque cosa".
Ovviamente Schnabel non si sbilancia su quando la Bce potrebbe alzare i tassi, ma fornisce delle indicazioni abbastanza precise sul fatto che la riunione del Consiglio direttivo di marzo, in sostanza, dovrà riflettere proprio sulla tempistica di questo aspetto. "Le nostre indicazioni prospettiche, la foward guidance stabilisce che gli acquisti netti di titoli debbano concludersi prima che iniziamo alzare i tassi. Quindi quando andremo a ridiscutere il ritmo dei degli acquisti di titoli, dobbiamo farlo guardando e chiedendoci quando ci aspettiamo che le condizioni della nostra forward guidance saranno raggiunte". Aspetto questo che ha già creato pressioni sui tassi dei titoli di Stato. Ma su questo Schnabel è abbastanza drastica: "monitoriamo attentamente gli sviluppi dei tassi di interesse e degli spread tra titoli di Stato dell'area euro e siamo pronti a contrastare gravi dislocazioni di mercato che portino a frammentazione. Durante la pandemia la flessibilità dei nostri acquisti di titoli ha giocato un ruolo importante".
Si è anche parlato di quanto a lungo dureranno le operazioni di rinnovo del gigantesco ammontare di titoli accumulati negli anni passati e in questa crisi recente. Schnabel ribadisce che già a dicembre si è deciso di estendere almeno fino a fine 2024 il rinnovo dei titoli accumulati con il Pepp e che ad oggi non sono state prese decisioni sul rinnovo del portafogli del mega programma App.