(Teleborsa) - "In questi difficili anni la pandemia ha reso ancora più evidente il valore universale della salute come presupposto di qualità di vita e di libertà individuale. E, allo stesso tempo, ci ha restituito una nuova comune consapevolezza, ovvero che la salute costituisce il tassello fondamentale senza il quale non c'è neanche coesione sociale e sviluppo economico". Lo ha detto il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un videomessaggio all'Health Innovation Global Forum richiamando al "ruolo fondamentale" della ricerca e dell'innovazione per lo sviluppo delle scienze della vita.
"E' chiaro che le pandemie non conoscono confini e che per fronteggiarle serve un forte coordinamento e una stretta collaborazione fra gli Stati e i loro sistemi sanitari - ha detto - si tratta di un coordinamento necessario non solo sul piano istituzionale, ma anche su quello dell'innovazione e delle supply chain". L'innovazione è "l'elemento portante per garantire l'evoluzione dei sistemi sanitari dei diversi Paesi e per assicurare migliori cure ai cittadini", ha proseguito Bonomi. "Su questo tema i Governi devono assumere impegni comuni - ha aggiunto - così come sull'utilizzo condiviso dei dati, che rappresentano la base per fare ricerca e innovazione nella salute. Senza trascurare il tema della sostenibilità economica dei sistemi sanitari e il fatto che in un mondo con risorse limitate valorizzare i sistemi di finanziamento che premiano l'innovazione significa evitare di disperdere risorse".
Il leader degli industriali ha poi ricordato la "decisiva rilevanza" della filiera industriale della salute. "Senza il fondamentale apporto dell'industria sarebbe problematico sviluppare la ricerca, l'innovazione e garantire efficienti catene di fornitura di beni e servizi - ha affermato - diventa strategica la collaborazione tra il pubblico e il privato: un caposaldo da cui partire per perseguire obiettivi sempre più ambiziosi".
Confindustria vuole "continuare a sostenere con il massimo impegno lo sviluppo della filiera della salute - ha aggiunto il presidente dell'associazione degli imprenditori - in Italia la filiera della salute costituisce uno dei principali settori industriali, che vale quasi l'11% del PIL con circa 2,5 milioni di occupati qualificati considerando anche l'indotto. Parliamo di un comparto che anche a livello globale mostra grande dinamismo con una stima degli investimenti previsti nel mondo tra il 2020-2026 che si aggira intorno ai 1.500 miliardi di dollari. In questi anni la pandemia ha messo a dura prova i sistemi sanitari mondiali e ha avuto un impatto senza precedenti sulle organizzazioni di ricerca". Pertanto, alle autorità "spetta il compito di sviluppare nuovi approcci volti a rispondere alle pressioni sanitarie, passando dalla semplice risposta alle crisi a una visione a lungo termine di sistemi sanitari resilienti e sostenibili".