(Teleborsa) - 350 milioni di euro in tre anni messi in campo dalle fondazioni di origine bancarie per cercare di colmare il gap di competenze digitali degli italiani: nasce il Fondo per la Repubblica Digitale che sosterrà progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, proposti da soggetti pubblici, da privati senza scopo di lucro e dal Terzo Settore, da soli o in partnership.



Lo prevede il protocollo d’intesa firmato dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il presidente di Acri, Francesco Profumo.

Numeri alla mano, in fatto, In base al più recente Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea – si legge nella nota diffusa dai due ministeri e dall’Acri – il 58% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni (26 milioni di cittadini) non ha le competenze digitali di base, rispetto al 42% della media Ue. Questo ritardo produce un impatto non solo sulla reale “cittadinanza digitale”, ovvero sull’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini, ma determina anche uno dei maggiori freni allo sviluppo del Paese. In questo ambito, l’Italia si posiziona al 18º posto nell’UE.


La percentuale di utenti online italiani che utilizzano servizi di amministrazione online (e-government), infatti, è aumentata dal 30 % nel 2019 al 36 % nel 2020, ancora decisamente al di sotto della media europea del 64%.

Da segnalare comunque che nel 2020 e nel 2021 si è registrata una forte accelerazione nell’adozione di importanti piattaforme abilitanti per i servizi pubblici digitali. Numeri boom per il numero di identità digitali emesse (SPID), con un aumento del 400 % rispetto ad aprile 2019.

Crescono anche le amministrazioni pubbliche che utilizzano lo SPID, con un aumento dell’80 % rispetto al 2020. Migliora anche il bacino di utenza anche per l’app IO.

E proprio in questo scenario intende intervenire il Fondo per la Repubblica Digitale nel periodo 2022- 2026, "mutuando la positiva esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, istituito nel 2016 grazie a un partenariato tra Governo, Fondazioni e Forum del Terzo settore".