(Teleborsa) - Dopo tre giornate di voto - tutte terminate con una fumata nera - è ancora sfocato l'identikit del prossimo Presidente della Repubblica. Si riprende oggi alle 11 con la quarta votazione quando basterà la maggioranza assoluta, ma sembra che non sia ancora tempo per la fumata bianca. Prove di avvicinamento tra i partiti ma sono ancora tanti i veti reciproci che rendono decisamente complicata la partita per l'elezione del successore di Sergio Mattarella.

La notte appena trascorsa è stata segnata dal tentativo di trovare un nome super partes e dal confronto sarebbero (condizionale è d'obbigo) usciti tre nomi : quello del Premier Mario Draghi che dopo l'"inabissamento" delle scorse ore sembra risalito, in ipole anche l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini (la sua candidatura spinta dai centristi, sarebbe però sgradita ai Cinquestelle) e si torna a parlare di Elisabetta Belloni, la donna alla guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

Ieri pomeriggio, poi, è spuntato anche il nome di Sabino Cassese: stando ad un'esclusiva de Il Foglio ci sarebbe stato un incontro tra il costituzionalista e il leader della Lega, circostanza smentita però pochi minuti dopo dal Carroccio.

Arriva intanto qualche indizio in più sulla tempistica da Enrico Letta che nell’assemblea dei grandi elettori Pd ha parlato di un voto venerdì: "A differenza degli altri noi siamo partiti con i quattro punti cardinali della nostra bussola e stiamo arrivando con gli stessi punti cardinali. Questo lo rivendico: grazie alla nostra fermezza il centrodestra ha fatto i conti con la realtà. Perché qualunque presidente voteremo venerdì - qualcuno di noi sarà contento, qualcuno altro meno - l’obiettivo più grande lo avremo raggiunto: tramontata la candidatura di parte, si negozierà infatti un nome non di parte e autorevole. E questa è una nostra vittoria: non ci sarà un presidente di destra".