"Sino ad oggi ci siamo salvati grazie alla grande paura della politica che, resasi conto di non essere in grado di gestire direttamente i 220 miliardi di fondi europei, ha deciso di abdicare a favore di un super tecnico", afferma Ferretti, aggiungendo "la vecchia DC piuttosto che lasciare ad un tecnico la gestione di 220 miliardi si sarebbe tagliata un braccio, ma questa è un'altra questione", commenta Ferretti.
"L'abdicazione della politica - spiega l'economista - ha creato una situazione di equilibrio che ha fatto comodo un po' a tutti. Sicuramente ha fatto comodo alla politica perché ha evitato il rischio che questa si dimostrasse incapace di mettere a terra il Recovery Plan. In più, la politica si è messa in una situazione piuttosto comoda perché, qualora la situazione dovesse finire bene, i partiti riuscirebbero comunque a prendersi una parte del merito, se invece le cose si dovessero mettere male, la colpa sarebbe inesorabilmente di Mario Draghi. Infine, con Draghi intento a mettere a terra il Recovery Plan, i partiti si sono potuti dedicare a questioni più paganti elettoralmente: clandestini, scurezza delle città, ristori per tutti e così via".
"Questa situazione di equilibrio - nota Ferretti - ha fatto comodo anche agli italiani, perché fino ad oggi il Recovery plan è stato messo a terra correttamente ed i 51 obiettivi per il 2021 sono stati rispettati".
"Il rischio è che questa battaglia per il Quirinale possa in qualche modo rompere questo equilibrio e, qualora Draghi dovesse assurgere al Colle, che i partiti, visti anche i primi successi nella messa a terra del Recovery Plan, riprendessero il coraggio per gestire in proprio il più grande programma di investimenti dal dopoguerra ad oggi. In alter parole - chiarisce il Professore - il grosso rischio è che la politica decida di riprendersi quegli spazi vitali che fino ad ora sono stati lasciati al nemico, cioè ai tecnici, per paura".
"In questa situazione non saprei nemmeno se sarebbe peggio che approdasse a Palazzo Chigi un tecnico, ostaggio di una maggioranza litigiosa e tutta attenta alle prossime scadenze elettorali, o un politico, diretta emanazione di un governo dei leader dei partiti", ammette Ferretti, ribadendo "a conti fatti è molto meglio per tutti che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi".