(Teleborsa) - Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e attuare il recente pacchetto della Commissione "Fit for 55", l'Europa e l'Italia devono accelerare con determinazione. La sfida della transizione ecologica è stata al centro di un convegno organizzato oggi da Terna all'Associazione Civita di Roma. Un dibattito che ha visto a confronto l'amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma e la presidente della società Valentina Bosetti con il ministro delle Infrastrutture e le Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
"Transizione ecologica ed economia circolare sono due concetti che si uniscono. L'umanità e i suoi bisogni stanno diventando centrali nella pianificazione internazionale: il tema non è più tanto quanto denaro produciamo ma come lo produciamo. Se fossi il governo – ha affermato Donnarumma nel corso del suo intervento – utilizzerei molto il contributo che le imprese private e quelle a partecipazione pubblica possono dare. La capacità di queste aziende può essere utilizzata non solo per fare reddito ma per la ripartenza del Paese. Le grandi imprese di cui il Paese è dotato, e gli investimenti che aziende come Terna hanno fatto, sono, infatti, le locomotive del nostro Paese". Per l'ad di Terna il principio deve essere: "meglio sbagliare qualcosa andando nella direzione giusta, recuperando strada facendo i gap, piuttosto che l'immobilismo". Tra gli ostacoli ancora presenti sul percorso verso la transizione ecologica Donnarumma ha citato i processi burocratici e l'iter dei permessi che occorre "snellire". "Il rischio – ha proseguito l'ad – è di deprimere gli investimenti che sono invece funzionali anche ad abbattere i costi della bolletta su cui incidono solo tra il 3 e il 4%". In termini pratici, "per passare dalle parole ai fatti – ha spiegato Donnarumma – bisogna essere rigorosi, non darsi alibi, darsi dei tempi e misurarsi sui risultati. Per fare questo bisogna semplificare i processi decisionali, snellire la burocrazia". Per Terna, che si pone come "regista" nel processo di transizione, i temi della sostenibilità, della decarbonizzazione, dello sviluppo di una rete elettrica resiliente sono al centro della strategia aziendale. Nel dettaglio oggi il 95% degli investimenti è "green" in base ai criteri della tassonomia europea, con un Piano di Sviluppo che prevede oltre 18 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni.
"Gli obiettivi di carattere ambientale devono avanzare di pari passo con le considerazioni economiche e sociali – ha affermato Giovannini –. La transizione ecologica fino a un anno fa non era centrale nel dibattito del nostro Paese. Per tale ragione questo governo ha, invece, deciso di creare un ministero dedicato alla transizione ecologica e ha scelto di cambiare il nome del Mit in Mims per sottolineare il concetto che la sostenibilità riguarda sia le infrastrutture che la mobilità. Il G20 alcuni anni fa aveva definito il concetto di infrastruttura sostenibile sottolineando la necessità valutare le infrastrutture in tutto l'arco della loro vita, compreso lo smantellamento, in una logica di economica circolare. La transizione ecologica richiede, infatti, un ripensamento profondo del funzionamento dei sistemi. Anche nella progettazione del Pnrr, del Fondo complementare e del Fondo Sviluppo e Coesione dobbiamo seguire un approccio sistemico e integrato e valutare in maniera l'impatto di questo investimento su dimensioni diverse da quelle classiche. Il 70% del Pnrr è stato giudicato come un contributo alla lotta al cambiamento climatico ed il nostro piano è stato indicato come il migliore di tutti i Paesi europei. Il cambiamento che stiamo provando a realizzare parte dalla richiesta a chiunque voglia fare proposte per progetti legati al Pnrr di inserire informazioni sull'economia circolare e la sostenibilità: adesso che le imprese iniziano a prendere coscienza di questo capiscono che il gioco è cambiato".
Di costi della transizione energetica e della necessità di integrazione ha parlato Bosetti. "Per calcolare i costi della transizione non bisogna pensare all'oggi ma allo scenario futuro, determinato dai cambiamenti climatici – ha spiegato la presidente di Terna –. Non parliamo mai, ad esempio, del tema della qualità dell'aria che verrebbe risolto con la elettrificazione dei trasporti. Per fare questo è importante ragionare in termini integrati. Agire in modo non coordinato fa, infatti, lievitare i costi e agitare il mercato. Ora che il commitment dell'Europa al 2050 è chiaro bisogna agire".
Energia, Terna: "L'Italia e la sfida della transizione ecologica"
A Roma il confronto tra i vertici della società e il ministro delle Infrastrutture e le Mobilità sostenibili Enrico Giovannini
13 ottobre 2021 - 20.21