(Teleborsa) - Il Governo mette il turbo sul fronte lavoro: arriva, infatti, una prima attuazione del programma GOL per la Garanzia dell' occupabilità dei lavoratori, pensato per "aiutare i lavoratori a cercare e a difendere il lavoro e le imprese a riqualificare la manodopera. Complessivamente a migliorare la competitività del Paese", così come l'ha presentato il Ministro del Lavoro Orlando.



Un decreto interministeriale, firmato dal ministro del lavoro e dell'Economia Daniele Franco, ha, infatti, avviato il procedimento per stanziare 880 milioni di euro in favore delle regioni per attuare politiche attive e formazione in campo lavorativo.

Il decreto è una parte della milestone prevista in questo settore dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Si tratta del 20% del totale di 4,4 miliardi previsti dall'esecutivo per le politiche attive. Il progetto Garanzia occupabilità "vede profili diversi di intervento, alcuni dei quali a cavallo tra ricerca occupazione e inclusione sociale perchè anche quando discutiamo sull'occupabilità in astratto dobbiamo sapere che c'è un pezzo di platea che non è occupabile perchè ha problemi proprio di accesso alla società prima ancora che al lavoro", così Orlando ha, recentemente alzato il velo sul maxi piano dai numeri decisamente ambiziosi.


GOL, cos'è e come funziona - Almeno tre milioni di “beneficiari” entro il 2025, dei quali almeno, il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under30, lavoratori over55. Non solo: almeno 800mila dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300mila per il rafforzamento delle competenze digitali.

Previsti, in base allo status occupazionale, "quattro percorsi – quanto più possibile personalizzati – di sostegno alla ricollocazione, più un quinto, distinto dai primi quattro, nei casi di crisi aziendali” che "guarderà situazioni in cui appare opportuno valutare i profili di occupabilità non singolarmente, ma per gruppi di lavoratori”. Situazioni, dunque, che coinvolgono lavoratori ancora formalmente occupati, ma potenzialmente in transizione.