(Teleborsa) - L'economia del mare, un settore che dà un gran contributo al PIL, ha subito pesantemente gli effetti della pandemia ed ha perso circa 10,7 miliardi nel 2020. In termini percentuali, il settore che comprende la cantieristica, il trasporto merci e passeggeri, servizi di alloggio e ristorazione, la pesca ed una serie di altre attività, ha ceduto il 22,4% di valore aggiunto rispetto all'anno precedente, a fronte di un'economia nazionale in contrazione del 6,9%.
E' quanto emerge dal IX Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare promosso da "Informare", Azienda Speciale per l’Internalizzazione, la Formazione e l’Economia del Mare ed elaborato dal Centro Studi G. Tagliacarne e da Unioncamere, presentato al Salone Nautico di Genova.
Il valore aggiunto dell'economia del mare è passato a 36,9 miliardi dai 47,5 miliardi del 2019, con un'incidenza sul totale dell'economia sceso al 2,5% dal 3% precedente. A soffrire di più sono i servizi di alloggio e ristorazione con un -38,4% e le attività sportive e ricreative con un -35,1%, ma anche la movimentazione merci e passeggeri (-17,9%) e la filiera ittica (-16,9%).
I flussi commerciali dell'economia del mare evidenziano un export che ha raggiunto nel 2020 un record do 5,6 miliardi di euro, pari all'1,3% dei flussi nazionali, mentre l'import ha toccato 5,8 miliardi pari all'1,6% del totale nazionale.
Si tratta di una filiera che ha una forte capacità di attivazione ed il cui moltiplicatore è pari a 1,9: un euro prodotto dalla blue economy ne attiva altri 1,l9 sul resto dell'economia.
"La filiera della blue economy ha un ruolo centrale nello sviluppo economico del Paese: per avere una idea il suo valore diretto è superiore di una volta e mezzo quello dell’agricoltura. Un importante contributo viene dal Mezzogiorno, che produce un terzo dell’intero valore nazionale dell’economia blu", ha spiegato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi "G. Tagliacarne".
Per il presidente della Camera di Commercio del Basso Lazio, Giovanni Acampora, il rapporto "traccia le coordinate dell’economia blu del nostro Paese, definendone la dimensione economica di un complesso sistema di filiere, oggi, più che mai, cruciale per una ripresa economica del Paese e più in generale di tutta l’Europa".
"Per l’Italia il mare è sempre stato una risorsa e, da diversi anni, analizziamo l’economia blu perché rappresenta crescita, occupazione, innovazione. Oggi, nel pieno degli sforzi per la ripresa, la nostra sfida è quella di considerare il 'sistema mare' un alleato strategico per una competitività sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per valorizzare la biodiversità, per vincere la battaglia dell’approvvigionamento energetico e idrico", ha commentato il Consigliere Delegato all’Economia del Mare dell’Azienda Speciale, Antonello Testa, aggiungendo "oggi sostenere una crescita ulteriore, implica una visione strategica che integri tutti i fattori della sostenibilità".