(Teleborsa) - Consolidamento attraverso nuove misure finanziarie; sostegno all’innovazione; attuazione dell’amministrazione condivisa; sgravi fiscali per l’occupazione; formazione negli atenei e corsi professionalizzanti; visibilità grazie ad un conto satellite Istat ad hoc; dialogo istituzionale mediante la costituzione di un comitato nazionale per l’economia sociale; investimento sulle iniziative degli organismi internazionali. Otto le parole-chiave messe a fuoco da Euricse, Istituto europeo di ricerca sull’impresa cooperativa e sociale, per un Piano d’azione sull’economia sociale. Il documento è stato presentato oggi al CNEL con il viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli e condiviso con alcune realtà di spicco del Terzo settore come Alleanza delle cooperative italiane, Assifero e Fondazione Italia Sociale.
Numeri decisamente importanti. L’economia sociale in Europa conta 2,8 milioni di organizzazioni tra cooperative, associazioni, enti di volontariato, fondazioni, enti filantropici e religiosi. In Italia le organizzazioni sono 380mila, per un valore aggiunto di 50 miliardi e 1,5 milioni di occupati. Anche alla luce di questi numeri, i relatori intervenuti hanno concordato innanzitutto sulla necessità di un Piano di azione per l’economia sociale a supporto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
"L’economia sociale - ha detto il segretario generale Euricse, Gianluca Salvatori - è fondamentale per la ripresa. Metterla a tema deve essere una priorità. L’Italia, oltretutto, è una delle realtà più sviluppate in questo settore e dovrebbe assumersi il compito di contribuire significativamente ad un piano europeo".
Per il presidente Treu, "il settore va sostenuto anche con strumenti normativi che siano in grado di valorizzarne il ruolo, emerso con forza durante la pandemia, di tutte le realtà del privato sociale con riferimento particolare all’assistenza e cura che in alcuni casi hanno sopperito alle difficoltà delle istituzioni, garantendo di raggiungere tutti".
"L’economia sociale incide tanto nella società italiana ma non è adeguatamente tenuta in considerazione da parte del decisore politico. Occorre cambiare passo, serve un’alleanza virtuosa con lo Stato alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale secondo cui il bene comune si realizza mediante la collaborazione con i soggetti dell’economia sociale non profit in una logica di condivisione e coprogettazione”, sottolinea il consigliere CNEL Gian Paolo Gualaccini, capodelegazione del Terzo Settore - Non profit.
"In questo momento, con il coinvolgimento di Parlamento e CNEL, diventa estremamente importante fare quelle riflessioni e anche quelle riforme normative che servono all’economia sociale per riconoscere a tutto il settore, dal volontariato al mondo della cooperazione e dell’imprese sociale, il ruolo ed il valore dell’attività che portate avanti - ha concluso il Viceministro Castelli - È un lavoro ancora più fondamentale se diamo per assodato che, anche all'interno del PNRR, il coinvolgimento di tutte le realtà che caratterizzano l’intera economia sociale non sarà limitato all’inclusione sociale, ma sarà trasversale a tutti gli assi del Recovery Plan. Dalla formazione, alla cura della persona e dell’ambiente il vostro apporto è importantissimo, siete campioni anche in questi settori”.