(Teleborsa) - Nell’anno della pandemia, preoccupante balzo in avanti della povertà che tocca il record dal 2005. E se l'affanno di molte famiglie italiane è piuttosto evidente ormai da mesi, ora arrivano anche i dati a scattare una fotografia che inquadra gli effetti drammatici del Covid sull'economia.
Secondo le stime preliminari dell'ISTAT, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni (il 7,7% del totale, da 6,4% del 2019, +335mila) per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4% da 7,7%, ossia oltre un milione in più rispetto all'anno precedente).
Il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra parlando di "dati drammatici" chiede "forti politiche sociali, interventi di sostegno a famiglie, lavoro, investimenti, ridurre tasse a lavoratori e pensionati". Non solo: "Il Recovery Plan deve servire anche a combattere le diseguaglianze sociali".
Filtra preoccupazione anche dal commento dell'Unione Nazionale Consumatori. "Si tratta di un record storico. Non si erano mai registrati, infatti, valori così elevati per la povertà assoluta dall'inizio delle serie iniziate nel 2005, ossia è il peggior risultato di sempre" afferma il Presidente Massimiliano Dona.
"Battuti tutti i precedenti primati. Per le famiglie povere in valore assoluto, con oltre 2 milioni si è superato il record precedente di 1 milione e 822 mila del 2018, così come in termini percentuali si è sorpassato il 7% del 2018. Quanto agli individui, con i 5 milioni e 600 mila circa si è stracciato il primo posto del 2017, con 5 milioni e 58 mila, mentre con il 9,4% di individui si è andati ben oltre l'8,4% del 2017 e del 2018" prosegue Dona per il quale serve "una riforma fiscale che abbassi le tasse ai più poveri".
Sulla stessa linea Federconsumatori. "Sono a dir poco allarmanti i dati sulla povertà diffusi oggi dall’Istat, che fotografano una situazione di forte impoverimento delle famiglie nel nostro Paese".
La pandemia - si legge nella nota - "ha inciso in maniera determinante su tale andamento, azzerando i timidi miglioramenti registrati nel 2019, anno in cui, "dopo 4 anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008", riporta la nota dell’Istat. La vera sfida è rilanciare il sistema economico mettendo in primo piano la lotta alle disuguaglianze, alla povertà, alle disparità sociali.
"In tale ottica è indispensabile avviare una ripresa urgente e duratura, in grado di rilanciare l’occupazione e un nuovo modello di sviluppo improntato alla sostenibilità sociale, oltre che ambientale", afferma il Presidente Emilio Viafora.
Anche il Codacons parla di "dati drammatici che evidenziano come il Covid abbia creato una nuova ondata di poveri in Italia".
"I numeri sono peggiori delle aspettative, e dimostrano come l’emergenza sanitaria abbia influito sulle tasche delle famiglie impoverendo una consistente fetta di popolazione – spiega il presidente Carlo Rienzi – I dati sulla povertà sono addirittura peggiori di quelli registrati in Italia a seguito della crisi economica: rispetto al 2010, il numero di famiglie povere è passato da 1,1 milioni (4,6% del totale) a oltre 2 milioni (7,7% del totale). Questo significa che in 10 anni il numero di individui in condizione di povertà assoluta passa da 3,1 milioni a 5,6 milioni, con un incremento pari a +2,5 milioni di cittadini poveri”.
"La nuova ondata di povertà che si registra in Italia mette in serio pericolo i consumi nazionali e l’intera economia, e avrà effetti a cascata su commercio, industria e PIL – prosegue Rienzi – Il Governo Draghi deve intervenire con urgenza per sostenere i redditi delle famiglie e la spesa e adottare misure in grado di rilanciare i consumi che, nel 2021, rischiano di subire un ulteriore tracollo".
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04 marzo 2021 - 15.19