(Teleborsa) - Inserire fra le misure post emergenza Covid interventi a sostegno dei soggetti più fragili, estendendo al Terzo Settore l'accesso agli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici adibiti ad attività ad alto impatto sociale come leva strategica con forti ricadute sociali, economiche, ambientali e di occupazione. Questo l'obiettivo della proposta formulata in un documento congiunto da Enea e Fratello Sole, società consortile non a scopo di lucro, i cui soci sono enti non profit del Terzo Settore, che opera nel contrasto alla povertà energetica.
Rimuovere le barriere all'utilizzo degli incentivi, per Enea e Fratello Sole, consentirebbe non soltanto di diminuire i costi di gestione delle attività non profit (siano esse di enti del terzo settore che di Enti religiosi impegnati in attività sociali e caritative) ma anche di produrre benefici in termini ambientali e di migliorare il comfort e la fruizione delle strutture e l'utilizzo degli spazi da parte delle persone ospitate, generando occupazione nel settore edile e impiantistico nella fase di ripartenza post-coronavirus.
"Il Green Deal di cui tutti oggi parliamo come motore per la ripresa dovrà essere necessariamente un Social Green Deal, un insieme di azioni per contrastare l'emergenza climatica e promuovere sviluppo e benessere anzitutto a favore delle persone più fragili – afferma il presidente dell'Enea Federico Testa –. L'efficientamento energetico degli immobili in cui vengono erogati servizi ai più deboli da parte degli enti del Terzo Settore può essere uno degli assi portanti di questo Social Green Deal, oltre che un'azione di contrasto alla perdurante condizione di precarietà energetica di tali enti".
"Lo shock dell'emergenza che stiamo affrontando porta ad una presa di coscienza importante sulla necessità di sostenere, ora più che mai, i soggetti più fragili – sottolinea il presidente di Fratello Sole Fabio Gerosa –. Allo stesso tempo servono azioni che possano agire da leva per la ripresa. Da qui la nostra proposta che, oltre a colmare un vuoto normativo, consentirebbe di fare in modo che il mondo del non profit possa contribuire alla transizione energetica, ambito per cui ha una vocazione naturale essendo l'attenzione all’ambiente una tematica ad impatto sociale".
Articolata in 6 punti la proposta prevede, oltre alla possibilità esplicita di usufruire delle detrazioni per gli enti del Terzo Settore, l'ampliamento di calcolo per la detrazione Bonus Energetico e Sismico ai metri cubi (340, valore medio italiano), in aggiunta opzionale al numero delle unità immobiliari; l'apertura agli enti del Terzo Settore e in genere alle opere sociali; la garanzia del Fondo nazionale di efficienza energetica o la costituzione di un altro apposito strumento; l'inclusione di tali enti tra i soggetti beneficiari delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e di riduzione del rischio sismico; l'ammissibilità della cessione del credito fiscale derivante da interventi di ristrutturazione edilizia, a favore dei fornitori o di altri soggetti collegati che hanno contribuito all'intervento
A supporto dell'iniziativa si sono già espressi numerosi esponenti del Terzo Settore e del mondo religioso che gestiscono opere sociali o educative tra cui il direttore della Caritas di Roma Don Benoni Ambarus, il presidente del Centro Servizi Volontariato CSVnet Stefano Tabò e il presidente di Confcooperative Federsolidarietà, Stefano Granata.