(Teleborsa) - Lo stato di crisi per il comparto del turismo è un dato di fatto. Tenuto conto che 100 euro di transazioni nel turismo ne generano ulteriori 86 in altri settori, la filiera turismo e trasporti potrebbe risultare tra i comparti maggiormente danneggiati. Nel biennio 2020-21, le imprese potrebbero infatti subire perdite dei ricavi dai 33 ai 73 miliardi di euro, con contrazioni significative in alcuni settori come quello alberghiero, delle agenzie di viaggio, della ristorazione e dell’autonoleggio.

Tuttavia il turismo potrebbe essere uno dei primi settori a riprendersi quando l'emergenza sarà finita. A fare sperare in tal senso il sondaggio di Confturismo-Confcommercio, effettuato a fine marzo, da cui emerge la voglia di viaggiare degli italiani, una volta cessato l’allarme sanitario. Il 70% si dice pronto a partire e di questi l’83 % è intenzionato a fare vacanze in Italia. Per una parte di italiani persiste la preoccupazione di difficoltà economiche che potrebbero insorgere nei prossimi mesi e limitare la capacità di spesa.

Sulla difficile situazione Teleborsa ha parlato con Alberto Corti, Responsabile Settore Turismo di Confcommercio.


Dott. Corti, l’azzeramento del movimento turistico interno e internazionale, causa emergenza Covid-19, ha arrestato la produttività della filiera e dei servizi connessi. C’è un Italia in lockdown e una incertezza su tempi e modalità della ripresa. E’ possibile quantificare l’impatto sul turismo nel breve periodo e in prospettiva 2020?

"Fornisco alcuni numeri per inquadrare il tema. Noi aspettavamo tra marzo e maggio circa 30 milioni di turisti tra stranieri e italiani nel nostro Paese, per poco meno di 90 milioni di presenze. Al momento non abbiamo visto nessuno di questi turisti e nessuna di queste presenze. Attendevamo 58 milioni di turisti stranieri da marzo fino alla fine dell’anno, e in realtà ne arriveranno forse il 20% e certamente dopo l’estate, non prima".

"Altrettanti turisti italiani nello stesso periodo da marzo a fine anno. Durante l’estate ne avremo probabilmente il 20% o qualcosa in più, quindi l’economia, che so essere al centro per interessi di Teleborsa, vuole dire 120 miliardi di volume d’affari nel valore aggiunto in meno nel settore turismo e in tutti i settori collegati al turismo che beneficiano delle ricadute delle sue transazioni"

Il sistema di imprese e i lavoratori che danno vita all’economia del turismo sappiamo essere vitali per l’Italia. Quali sono gli interventi necessari per consentire agli operatori di mantenere in vita imprese e occupazione?

"Certamente il Paese dipende in buona parte dal turismo nella sua economia. Consideriamo che 100 euro di transazione di acquisti fatti nel turismo generano ulteriori 86 euro di transazioni in altri settori, non solo nel turismo. Quindi abbiamo una enorme trasversalità. Nel campo del lavoro pensiamo solo ai dipendenti cosiddetti "stagionali", circa 500 mila persone che nella stagione estiva hanno poca probabilità di essere inseriti, per quest’anno, a condizioni attuali".

"In questa situazione quello che ci serve è l’estensione dei provvedimenti che sono stati introdotti nei D.L. n. 9 e 18 fino ad oggi, e quindi quelli sulla parte salariale, in particolare i nostri ammortizzatori sociali, sulla sospensione di pagamenti, imposte e contributi e premi che però deve andare ben oltre gli accorgimenti previsti, e sugli incentivi. Una cosa importante per noi è che venga immesso non credito d’imposta, ma denaro liquido nelle imprese per consentire che i motori restino accesi. Noi chiediamo un contributo a fondo perduto per le imprese e i professionisti del turismo che sia immediatamente dato e che consenta di arrivare a dopo il picco della crisi".