(Teleborsa) - L’Eurozona conferma una crescita piuttosto modesta ad inizio 2020 anche se mostra qualche debole segnale di miglioramento. A gennaio, infatti, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 47,9 punti, al di sopra dei 47,8 della lettura preliminare e del consensus ed in miglioramento dai 46,3 di dicembre. L'indicatore dello stato di salute del settore manifatturiero, però, resta ancora sotto la soglia dei 50 punti, denotando condizioni di difficoltà.

A livello nazionale, il PMI in Italia si è portato a 48,9 punti dai 46,2 precedenti, risultando ben al di sopra dei 47,5 del consensus. Il PMI della Germania ha raggiunto i 45,3 punti rispetto ai 43,7 precedenti ed ai 45,2 del consensus. Il dato della Francia si è attestato a 51,1 punti dai 51 precedenti ed attesi, mentre la Spagna ha toccato i 48,5 punti dai 47,4 del mese precedente e contro i 48,9 attesi.

“Il settore manifatturiero ha iniziato il 2020 con segnali positivi all'orizzonte", afferma il capo economista di IHS Markit, Chris Williamson, definendo "incoraggiante" l'inversione di tendenza degli ordinativi e sottolineando che "le previsioni di crescita della produzione sono balzate al livello più alto da agosto 2018, con un miglioramento dell’ottimismo generale e con un incremento importante osservato soprattutto in Germania".

Sulla base di queste indicazioni, l'economista ritiene che "la BCE aspetterà ancora un po’ prima di cambiare politica monetaria, concentrandosi invece nel riesame della strategia da seguire". Tuttavia, Williamson ammette che vi sono ancora dei rischi che potrebbero in ogni caso offuscare le prospettive future, fra cui l’aggravarsi della guerra commerciale e l’impatto del Coronavirus di Wuhan.

(Foto: Cristof Echard - © Unione Europea)