(Teleborsa) - Aumentare del 2% - dal 24 al 26% - per tre anni l'IRES sugli utili di società pubbliche affidatarie che gestiscono autostrade, porti, aeroporti, servizi di telefonia, radio, tv ma anche produttori di energia elettrica, con l'ipotesi di destinare i ricavi a finalità sociali. La novità, anticipata dai quotidiani trova conferma in ambienti parlamentari, sarebbe attualmente allo studio del Governo. Una sorta di "Robin tax", dunque, che andrebbe a sostituire la norma contenuta in manovra che prevede un ammortamento finanziario all'1% dei beni gratuitamente devolvibili per le imprese concessionarie di gestione autostradale e trafori.


"Il prospettato aumento dell’IRES di 2 punti percentuali a carico dei gestori di pubblici servizi, attualmente allo studio nell’ambito della Legge di Bilancio, rappresenta l’ennesimo “balzello” che va a gravare sulle imprese aeroportuali, deprimendone lo sviluppo e la competitività", si legge nella nota ufficiale rilasciata da Assaeroporti

Il nuovo prelievo - prosegue la nota - è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti, di natura fiscale e regolatoria, che gravano pesantemente sulle società di gestione aeroportuale e sui passeggeri del trasporto aereo, la cui crescita, nel 2019, sta registrando, peraltro, alcuni segnali di debolezza che la politica non può ignorare.

"Ancora una volta, per far fronte a esigenze di finanza pubblica – dichiara Valentina Lener Direttore Generale di Assaeroporti – i gestori aeroportuali sono chiamati a sostenere rilevanti oneri non programmati e non riconducibili ad una strategia complessiva di crescita e di sviluppo del sistema aeroportuale italiano. Siamo fortemente preoccupati da una proposta che, lungi dall’arrecare benefici al settore del trasporto aereo, non potrà che rallentare gli ingenti investimenti necessari per l’adeguamento e l’ammodernamento infrastrutturale del comparto, contribuendo a rendere sempre meno competitivo il sistema aeroportuale nazionale".