(Teleborsa) - La trattativa sull'ex Ilva è ripartita a Palazzo Chigi con il nuovo incontro tra il Presidente del Consiglio e i vertici dell'azienda, Lakshmi e Aditya Mittal.
Il Governo, che prima di tutto esige garanzie sugli esuberi, è pronto a sfoderare alcuni "armi" tra le quali la disponibilità a coinvolgere alcune società pubbliche, come presidio di garanzia dello Stato caldeggiato dalla multinazionale; il ripristino dell’immunità legale con una formula ancora da definire nel dettaglio e la revisione del canone di affitto.
Proprio pochi minuti fa, il Premier ha chiarito ancora una volta la posizione dell'esecutivo lanciando un chiaro messaggio ai vertici dell'azienda: "Non possiamo accettare un disimpegno dagli impegni contrattuali: ci venga detto chiaramente qual è la posizione di Mittal e da lì partiremo. Se ci viene garantita la possibilità di rispettare gli impegni, ricordo che non abbiamo proposto noi la battaglia giudiziaria, che è stata promossa da Mittal". Se invece prosegue la battaglia "noi reagiremo adeguatamente", ha detto il Presidente del Consiglio a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola superiore di Polizia.
Sviluppi anche sul fronte delle indagini. "La vera causa della disdetta" di ArcelorMittal del contratto di affitto dell’ex Ilva non è l’abrogazione dello scudo penale ma "la crisi di impresa di ArcelorMittal Italia e la conseguente volontà di disimpegno dell’imprenditore estero". Lo scrivono i pm di Milano nel ricorso depositato a sostegno di quello dei commissari Ilva nel procedimento contro ArcelorMittal, nel quale i magistrati definiscono "strumentale" l’uso del recesso sulla base del fatto che lo scudo penale è stato eliminato.