(Teleborsa) - Resta altissima la tensione a Hong Kong, centro ormai da mesi di forti tensioni a causa di proteste di massa e manifestazioni contro il governo cinese. Ad accendere la miccia, la controversa legge sulle estradizioni in Cina che ha scatenato la reazione di milioni di cittadini che marciano ormai da giorni nell’ex colonia britannica chiedendo più democrazia. I disordini sono cresciuti nel corso delle settimane e la temperatura continua a salire, facendo temere per un intervento militare della Cina.
Un quadro di certo non incoraggiante e pieno di incognite con inevitabili ripercussioni sul futuro della capitale della finanza asiatica sulla quale aleggia il fantasma della recessione, specie se inserito in una economia già sotto stress per via del rallentamento cinese con la momentanea schiarita tra Usa e Cina testimoniata nelle ultime ore dalla volontà di riprendere e intensificare i negoziati nel mese di settembre, tuttavia non ancora garanzia di fumata bianca.
Come sempre lo dicono i numeri: le vendite al dettaglio nel mese di luglio sono calate dell’11,4%, il peggior risultato da tre anni e mezzo. Se turismo e commercio risultano i settori finora più colpiti, preoccupa anche la contrazione dell’export per il nono mese consecutivo con il comparto immobiliare che inizia a mostrare segni di sofferenza.