(Teleborsa) - L'UE ha accolto la richiesta dei produttori europei di biciclette di mantenere le barriere anti dumping contro l'importazione di bici dalla Cina. Una misura che è volta a tutelare il mercato europeo contro la concorrenza sleale della Cina che vende le bici a prezzi inferiori al costo di produzione. Tutela che si concretizza in tasse sulle importazioni (dazi) che variano dal 19,2% al 48,5% per le bici importate dalla Cina ed anche da Malaysia, Sri Lanka, Tunisia, Cambogia, Pakistan e Filippine.
Una decisione che è stata accolta con favore anche da Confindustria ANCMA, associazione che rappresenta i produttori di cicli e motocicli in Italia, che ha lavorato in coordinamento con le altre associazioni europee del settore. La decisione - si sottolinea - "tutela un settore che solo in Italia occupa più di 14mila addetti in circa 250 imprese e realizza un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro".
Nell'era della sharing economy, con una straordinaria crescita di bikesharing a postazione fissa e free floating (+ 147% solo nel 2017 e una flotta di circa 40mila mezzi sul territorio), il mercato interno delle biciclette continua a tenere: 1.595.000 le biciclette vendute nel 2018, mentre la produzione si attesta su oltre 2.445.000 di pezzi.
Il commissario dell’associazione, Giannetto Marchettini, ha sottolineato che "il beneficio della concorrenza sul mercato è un valore fino a quando resta leale: questo limite è stato superato ed è giusto condurre queste battaglie. È una presa di posizione che non riguarda solo
aspetti economici, ma anche la tutela di un’eccellenza e della riconoscibilità del saper fare italiano fatto di capacità, bellezza, innovazione e know-how uniche".
Bici, Confindustria ANCMA accoglie tutela UE contro dumping cinese
Confermate dalla Ue tasse sulle importazioni che variano fra il 19,2% ed il 48,5%
30 agosto 2019 - 19.01