Cala ufficialmente il sipario sul Governo gialloverde: il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Colle per rimettere il suo mandato nelle mani del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Prima di percorrere l'ultimo miglio, il Premier ha replicato agli interventi che si sono susseguiti in Aula lungo tutto il pomeriggio.
"Nessun ravvedimento" e neanche "una questione personale" nei confronti della Lega o Salvini, ha esordito il Premier. Poi, ha fatto cenno al ritiro della sfiducia da parte della Lega, annunciato in serata, deplorando l'uso di "espedienti, tatticismi, giravolte verbali" e ribadendo "se c'è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, me ne assumo io la responsabilità davanti al Paese".
Quanto al tema immigrazione, Il Premier ha affermato "Non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto. Non è nel mio costume". "Questo governo - ha ricordato - si è reso responsabile di una politica di maggior rigore, nella consapevolezza che la strategia prima perseguita non era più efficace dal punto di vista pratico".
Si chiude così Una lunghissima giornata, iniziata alle 15.09 quando il Premier si è presentato nell'Aula del Senato, annunciando le sue dimissioni nel corso di un intervento che ha di fatto tracciato le sorti dell'esecutivo.
"Questo Governo si arresta qui" per via della crisi che lo "compromette": con queste parole Conte ha messo la parola fine al "matrimonio" tra Lega e Cinquestelle, dopo aver definito "oggettivamente grave", per le conseguenze "economiche e politiche" sul Paese, la decisione del Ministro dell'Interno, seduto alla sua destra tra i banchi del Governo, di staccare la spina depositando una mozione di sfiducia.
Nel corso del dibattito che ha seguito le comunicazioni del Premier, Salvini ha rivendicato la sua personale azione politica: "Rifarei tutto quello che ho fatto, con la grande forza di essere un uomo libero. Chi ha paura del giudizio degli italiani non è un uomo libero". Poi ha parlato di "disegno preordinato", chiaro riferimento al possibile nuovo asse tra pentastellati e Partito democratico.
MATTARELLA PRONTO A INTERVENIRE - Sul piano istituzionale, la formalizzazione delle dimissioni comporta, dunque, l'entrata in scena ufficiale del Presidente della Repubblica Mattarella, fin qui figura di garanzia silenziosa, adesso chiamata a verificare, con l'avvio delle consultazioni, se esiste un'altra maggioranza che possa sorreggere un esecutivo o, solo in caso contrario, provvedere allo scioglimento delle Camere.
Aperta la crisi di Governo, Conte sale al Colle per le dimissioni
"Nessun ravvedimento" e neanche una "questione personale" verso la Lega o Salvini, ha spiegato il Premier, che motiva la scelta di "chiudere qui" questa esperienza con il rispetto delle regole e dei dettami costituzionali
20 agosto 2019 - 20.40
(Teleborsa) -