(Teleborsa) - Nell'area euro la crescita prosegue e continua a sostenere la nostra fiducia che la convergenza dell'inflazione verso i valori prefissati "proseguirà anche dopo il venir meno" degli acquisti netti di titoli di Stato da parte della BCE. Lo ha affermato il presidente dell'Eurotower, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo che ha mantenuto i tassi di interesse e confermato la fine del Quantitative Easing alla fine dell'anno.
Al tempo stesso il banchiere ha avvertito che le "incertezze dovute al crescente protezionismo e alla volatilità mercati hanno guadagnato spazio" e in questo ambito "restano necessari stimoli significativi" come quelli già previsti, allo scopo di garantire la normalizzazione dell'inflazione.
Il numero uno della banca di Francoforte ha fatto sapere che la BCE ha limato le stime del PIL dell'area euro per il 2018 e il 2019: rispettivamente al 2% contro il 2,1% annunciato lo scorso giugno ed all'1,8% rispetto al precedente 1,9%. Per il 2020 resta confermata una espansione dell'1,7%. Quanto alle previsioni sull'andamento dell'inflazione, si attende un tasso dell'1,7% dal 2018 fino al 2020.
Draghi ha assicurato inoltre che anche dopo la fine del Quantitative Easing la politica della BCE resterà accomodante.
BCE: Draghi, area euro cresce ma aumenta incertezza
Servono ancora stimoli per rialzo inflazione
13 settembre 2018 - 14.54