(Teleborsa) - Sono ore frenetiche a Palazzo Madama, perché i senatori hanno pochissimo tempo per esaminare le richieste di modifica della Legge di Stabilità, già approvata dal CdM, su cui tra poco più di dieci giorni dovrà poi esprimersi l’Aula di Palazzo Madama. Le richieste delle due associazioni sindacali provengono dalla "base" e sono arrivate in Parlamento attraverso parlamentari di varie appartenenze politiche.
Le richieste vanno dai nuovi corsi per diventare dirigente scolastico, una parte di questi posti messi a bando vanno riservati ai ricorrenti della selezione 2011 e ai vicari, alla perequazione interna ed esterna dei dirigenti scolastici che, pure con gli aumenti già previsti con la Legge di Bilancio, continueranno a percepire compensi fortemente ridotti, praticamente dimezzati, rispetto ai colleghi della stessa area dirigenziale, pur avendo responsabilità e carichi di lavoro spaventosamente più alti. Le modifiche da apportare riguardano anche la sicurezza degli istituti che, se non affrontata, potrebbe portare alla chiusura di svariati plessi, ma anche la riapertura delle GaE, il cui blocco quinquennale sta creando situazioni di estremo disagio e di cattedre scoperte, la trasformazione degli organici di fatto in diritto e dei 40mila posti in deroga sul sostegno, la corretta ricostruzione di carriera del personale assunto e l'assunzione per docenti della scuola dell’Infanzia, ATA, educatori, tutti incredibilmente dimenticati dal piano straordinario della Legge 107 sulla Buona Scuola. E tanti altri. A livello universitario, il sindacato rivendica il ripristino dell’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato.
"Siamo consapevoli del poco tempo a disposizione che hanno i senatori per valutare la compatibilità dei costi delle nostre richieste rispetto alle risorse pubbliche e per questo ci appelliamo alla loro sensibilità per salvare un comparto, quello della conoscenza, che ha estremo bisogno di interventi immediati, da attuare quindi con questa Legge di Stabilità. Rimandare sine die i problemi, non farà che aggravare lo stato di un’istruzione pubblica sempre più declassata, rispetto ai Paesi moderni, su più fronti: sicurezza, gestione del personale, carriere, assunzioni e tanto altro", ha commentato Marcello Pacifico, Presidente Anief.