(Teleborsa) - Lavoro, lavoro, lavoro ed una politica sull'immigrazione sempre più intransigente. Sono questi i primi passi del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, insediatosi alla Casa Bianca venerdì scorso 20 gennaio 2017.
"Grande giorno domani per la sicurezza nazionale. Tra le tante cose, costruiremo il muro!", ha preannunciato il Presidente su Twitter ieri sera, confermando una politica dura verso l'immigrazione clandestina e confermando le anticipazioni del New York Times.
Oggi, dunque, Trump dovrebbe firmare il decreto anti-immigrazione, che prevede, fra le altre cose, la costruzione di un muro di confine con il Messico, per evitare l'immigrazione illegale ed il danno "economico" che ne deriva in termini di lavoro. In realtà, la "grande muraglia" già c'è dai tempi di Bill Clinton, ma il nuovo presidente mira ad estendere il tratto di barriera al confine. E poi chi la pagherà? IN campagna elettorale aveva promesso che "l'avrebbe fatta pagare ai messicani...".
E' previsto anche un provvedimento per bloccare gli arrivi di profughi dalla Siria e da tutte le nazioni esposte al terrorismo dell'Isis, per ragioni di sicurezza nazionale.
Frattanto, Trump ha incontrato ieri le big dell'auto, le tre "sorelle" di Detroit FCA, Ford e General Motors, promettendo dei favori in termini di una regolamentazione più "morbida" sulle emissioni (ridotta del 75%) e di un taglio delle tasse sulle auto Made in USA. Infatti, come già chiarito in precedenza, la merce di scambio sarà il lavoro, cosicché le big three si impegneranno a costruire nuovi stabilimenti e fare assunzioni di operai rigorosamente americani.
Stati Uniti, Trump alza il muro...
Il nuovo Presidente non perde tempo e annuncia la firma di un decreto sull'immigrazione e la costruzione del muro al confine con il Messico. Incontro con le big dell'auto alle quali promette un taglio delle tasse e regole meno rigide in cambio di posti di lavoro
25 gennaio 2017 - 09.11