(Teleborsa) - Non a caso, si dice, "fare più danni della grandine". Continua, infatti, l'ondata di freddo artico che ha colpito la Penisola con "Burian" che porta sullo stivale temperature glaciali e tiene in scacco, in particolare, le regioni del Mezzogiorno dalle quali provengono gran parte delle produzioni orticole Made in Italy che finiscono sugli scaffali.
MA CHE FREDDO FA...SUGLI SCAFFALI - Risultato? I prezzi degli ortaggi aumentano in media del 200% dal campo alla tavola. A lanciare l'allarme speculazione è Coldiretti: "Gelo e neve hanno provocato nei campi danni incalcolabili. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria sono salite oggi a decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine ma anche gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve. Oltre alle verdure pronte per la raccolta, si contano serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz'acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure".
Il risultato – continua - è che sono crollate del 70% le consegne dalla Puglia di ortaggi sia perché bruciati in campo sia perché i mezzi non possono ancora circolare liberamente per rifornire adeguatamente i mercati lungo tutta la Penisola. E se alcuni prodotti sono addirittura scomparsi dai banchi, è scattato il super rialzo per quelli ancora presenti: dai finocchi ai carciofi, passando per cavoli e zucchine,
POVERO BRACCIO DI FERRO! Vi ricordate la vecchia storiella che da bambini i vostri genitori vi raccontavano per farvi mangiare gli spinaci, quella che iniziava con "Se mangi gli spinaci diventi forte come Braccio di ferro"? Ecco, il freddo avrebbe fermato anche il simpatico eroe della vostra infanzia, perché, secondo le rilevazioni del Centro ortofrutticolo di Roma tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spicca appunto il +225% degli spinaci, il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli.
IL TEMPO DELLE MELE - Sempre l'associazione degli agricoltori segnala che alcuni prodotti sono già raccolti da tempo (mele, pere e kiwi) e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all'aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori.
MADE IN ITALY OR NOT? - Si sa però che niente ferma i furbetti, neanche le temperature glaciali, pronti anzi a cavalcare l'ondata gelida di maltempo. Perciò fate attenzione: "Occorre, infatti, evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti"