(Teleborsa) - "Ho venduto le quote del fondo Blairmore prima di diventare Primo Ministro perché volevo evitare un conflitto di interessi". E' così che il Premier britannico David Cameron si è rivolto ieri alla Camera dei Comuni, cercando di spiegare la sua posizione, dopo la bufera del "Panama Papers" che ha visto coinvolto il Premier nello scandalo delle carte di Panama, come è stato battezzato il ciclone internazionale che si è abbattuto sul mondo della politica e della finanza.
Dopo aver ammesso pubblicamente di aver avuto delle quote della società offshore creata dal padre Ian scomparso nel 2010, Cameron per gettare acqua sul fuoco aveva rivelato l’entità dell’entrate di famiglia dal 2009 al 2015. Una mossa che non è bastata all'opposizione che ha tacciato il discorso di Cameron come un "capolavoro nell'arte della diversione", come ha rivelato il leader laburista Jeremy Corbyn.
Il Premier ha definito le accuse contro il padre, Ian Cameron, scomparso nel 2010, sono, "offensive e profondamente false", spiegando che "l'aspirazione alla creazione di benessere non dovrebbe essere un concetto di per sé negativo". Cameron ha difeso soprattutto il diritto a "fare soldi rispettando la legge" e mentre annunciava misure contro l'evasione e più trasparenza, chiedeva ai membri del suo governo di rendere noti i propri redditi.
L'occasione del discorso pubblico alla Camera dei Comune si è rivelata propizia per l'annuncio più atteso: quello di nuove misure contro l'evasione fiscale, fra cui "sanzioni penali" per le società che aiutano i loro clienti a non pagare le tasse e un accordo per una maggiore trasparenza. "Legifereremo quest'anno su un nuovo reato da applicare alle società che non riescono a impedire ai loro rappresentanti l'evasione fiscale. Stiamo fornendo nuovi finanziamenti inizialmente fino a 10 milioni di sterline per una nuova task forze inter-agenzie in grado di analizzare rapidamente tutte le informazioni messe a disposizione da Panama e agire rapidamente", ha concluso il Premier.