(Teleborsa) - La paura di una Brexit, ovvero l'uscita della Gran Bretagna dall'UE, sta facendo le prime vittime, a partire dalla sterlina che ieri sull'effetto Boris Johnson è scivolata sui minimi degli ultimi 7 anni. Il sindaco di Londra, Boris Johnson ha detto chiaramente che si schiererà per la Brexit, unendosi ai sei ministri, tra cui l'amico di David Cameron, Michael Gove, favorevoli all'uscita del Regno Unito dall'UE.
Il 23 giugno gli elettori britannici saranno chiamati a votare per il referendum sulla Brexit, ovvero sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'UE. La data è stata annunciata dal primo ministro Cameron che nel frattempo ha incassato il sostegno dei leader di circa la metà delle 100 più grandi aziende della Gran Bretagna, quotate nel FTSE 100.
Per il premier britannico l'uscita del Paese dall'unione europea è un "salto nel buio". Parlando alla Camera dei Comuni, Cameron ha spiegato che la Brexit minaccerebbe la sicurezza economica e nazionale del paese e il referendum sulla permanenza nell'Unione Europea sarà una decisione vitale per il futuro dell'UK.
Sulla possibile uscita della Gran Bretagna dall'UE si è espressa anche l'agenzia di rating Moody's secondo cui la cosiddetta Brexit potrebbe comportare il rischio di un outlook negativo per il Paese. Per gli esperti dell'agenzia, che citano le esportazioni britanniche, i costi legati all'uscita dall'UE che dovrebbe sostenere il Regno Unito potrebbero essere superiori ai benefici. A Moody's ha fatto eco l'agenzia Fitch: le lunghe trattative sull'uscita dall'Unione peseranno sulla fiducia e ritarderanno le decisioni di investimento, con costi economici nel breve termine.
Prove di Brexit, sterlina a picco, monito delle agenzie di rating
Dubbi e perplessità delle agenzie di rating. Moody's: un'eventuale Brexit potrebbe comportare il rischio di un outlook negativo per la Gran Bretagna. Fitch: la Brexit avrebbe costi nel breve e rischi sul lungo termine
23 febbraio 2016 - 09.50