(Teleborsa) - I Listini internazionali del petrolio - i principali sono a Londra e New York - esibiscono quotazioni del greggio in rialzo di oltre il 3% questa mattina. Tutto frutto dell'ennesima indiscrezione, che parla di un possibile taglio della produzione OPEC.
Il contratto sul Light crude al Nymex evidenzia un rialzo del 3,7% a 27,16 dollari, dopo che il greggio è sprofondato ieri a 26 dollari, nuovo minimo dal 2003. Il Brent all'IPE di Londra mostra invece un incremento del 3,5% a 31,11 dollari.
Tutto è iniziato nella serata di ieri, quando il wall Street Journal ha avanzato l'ipotesi di una riduzione dell'offerta, citando le dichiarazioni rese dal ministro petrolifero emiratino Suhail bin Mohammed al-Mazrouei, il quale ha detto che l'OPEC è pronta a cooperare per ridurre l'offerta, a patto che gli altri produttori non OPEC siano disposti a limitare l'offerta.
Niente di nuovo dunque all'orizzonte, perché gli Emirati Arabi hanno più volte aperto alla possibilità di un taglio coordinato, ma l'accordo non è mai stato raggiunto e così il cartello ha lasciato sprofondare i prezzi, spingendo gli altri produttori ad un "taglio forzoso" dell'output.
Il ministro al-Mazrouei ha anche formulato per quest'anno una previsione di riduzione dell'offerta nell'ordine degli 800 mila barili, a fronte di una domanda attesa in crescita di circa 1,2 milioni di barili al giorno.
Le scorte però restano a volumi record, dato che vi è attualmente un surplus di almeno 2 milioni di barili al giorno, secondo l'Agenzia internazionale dell'Energia. La situazione appare allarmante soprattutto in USA, dove le scorte sono ai massimi storici, soprattutto presso i porti d'imbarco in Oklahoma.
La possibilità di ulteriori tagli? Per ora sono solo fittizie ed hanno amplificato, anzi, la volatilità del greggio in questi ultimi mesi.
L'OPEC torna in campo? Petrolio in risalita ma si rischia un'altra bufala
12 febbraio 2016 - 09.13