(Teleborsa) - Nuove e non troppo ottimiste previsioni sono state pubblicate oggi dalla Commissione europea sulla crescita nella zona euro.

Gli economisti dell'esecutivo, preoccupati dal crollo del prezzo del petrolio e dal rallentamento delle economie emergenti, proprio come Mario Draghi, stimano per quest'anno una crescita di Eurolandia dell'1,7% rispetto all'1,8% indicato nell'autunno scorso. La ripesa è lenta, specifica la Commissione, aggiungendo che "settori significativi dell'economia mondiale stanno facendo i conti con sfide di prima importanza".
Confermato all'1,9% l'incremento del PIL nel 2017.

"A livello mondiale dobbiamo constatare che le prospettive di crescita si sono deteriorate, in particolare in Russia, Brasile e Cina, dove vediamo un rallentamento progressivo e controllato", ha dichiarato il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, spiegando che il rallentamento delle economie emergenti annulla in parte il deprezzamento positivo dell’euro e incide sulle esportazioni dell’eurozona.
L'esistenza di rischi al ribasso per la ripresa è emersa anche dal Bollettino mensile della BCE pubblicato oggi.

Stessa situazione per l'Italia, con gli economisti convinti che l’economia prenderà velocità nel 2016 e nel 2017, grazie a un rafforzamento della domanda interna.
Nelle previsioni d'inverno le stime di crescita del PIL per il 2016 sono all'1,4% dall'1,5% indicato nelle precedenti stime, e all'1,3% nel 2017. L'anno scorso l'economia italiana ha evidenziato un incremento dello 0,8%.
Rivisto al rialzo il deficit pubblico, che dovrebbe attestarsi al 2,5% dal 2,3% segnalato in autunno, mentre il debito è stimato in crescita al 132,4%.

Sulla flessibilità di bilancio richiesta dall'Italia "daremo le nostre risposte a maggio, sulla base delle regole e con spirito di sostegno alle riforme senza contravvenire al Patto", ha affermato il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, aggiungendo: "sono persuaso che lo spirito di dialogo e compromesso debba sempre prevalere sullo scontro".