(Teleborsa) - La situazione migranti non riesce ancora ad essere gestita da Bruxelles, scatenando reazioni impreviste che vanno a mettere in crisi non solo il Trattato di Schengen ma la tenuta dell'Europa intera.
L'Austria ha annunciato la chiusura delle frontiere mentre Slovenia e Croazia si preparano a seguirla; Norvegia, Svezia e Danimarca aumentano i controlli ai confini; i governi battibeccano sul numero dei respingimenti; i profughi vengono rimpallati da una frontiera all'altra: in sintesi un vero e proprio caos, altro che soluzione europea.
I confini vengono sorvegliati a vista da tutte le nazioni del vecchio continente: misure temporanee che rischiano ormai di diventare definitive se non si passa al controllo delle frontiere esterne. Le basi dell'accordo di Schengen, ovvero della zona di libero movimento dei cittadini europei, si stanno sgretolando e senza Schengen non c'è Europa. L'effetto domino è pericoloso, proprio per questo Bruxelles deve immediatamente correre ai ripari e trovare una soluzione condivisa, cucita a misura per ogni nazione.
Intanto si moltiplicano le proposte per far fronte ai costi. Ieri il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha lanciato l'idea di un'addizionale sulla benzina a livello europeo.
Schengen o non Schengen? Questo è il problema
I confini vengono sorvegliati a vista da tutte le nazioni del vecchio continente: misure temporanee che rischiano ormai di diventare definitive se non si passa al controllo delle frontiere esterne
19 gennaio 2016 - 09.58