(Teleborsa) - E' durato poco il rimbalzo dei prezzi del petrolio.
Dopo essere tornato, la vigilia, sopra quota 32 dollari al barile, risalendo così dai minimi di 12 anni, l'oro nero ha ripreso la propria corsa al ribasso mostrando cali sostanziosi.
Stamane i futures sul Wti in scadenza a febbraio stanno cedendo 1,63 dollari a 29,57 dollari al barile mentre quelli sul Brent, stessa scadenza, cedono 1,27 dollari a 29,61 dollari al barile.
Oltre ai soliti timori per un calo della domanda globale anche alla luce della crisi degli Emergenti e, in particolare, della Cina, a paralizzare gli investitori sono le prospettive di un imminente ritorno dell'Iran sul mercato energetico.
Oggi, in occasione di un meeting a Vienna, l'International Atomic Energy Agency (IAEA) potrebbe diffondere il rapporto sul programma nucleare in Iran, condicio sine qu non per un sostanzioso allentamento dell'embargo imposto dall'Occidente.
Si teme che a quel punto il mercato potrebbe essere inondato di petrolio iraniano in un momento in cui l'eccesso di forniture è uno degli spauracchi maggiori.
Gli economisti hanno più volte avvertito che le sanzioni saranno rimosse gradualmente, ma a quanto pare il panic selling ha preso il sopravvento.