(Teleborsa) - Alla fine ha vinto l’evidenza dei fatti: l’ultima fase di assunzioni della Buona Scuola, il cosiddetto "potenziamento" degli istituti, con circa 48mila precari finalmente immessi in ruolo, sta comportando una serie di problemi non indifferenti.
A rilevarlo è il sindacato della scuola, Anief, che cita come anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, abbia gettato la maschera ammettendo: a precisa domanda, posta da una testata giornalistica nazionale (Repubblica), “Ministro, è soddisfatta della realizzazione della Buona scuola? Il potenziamento fatto a dicembre sembra un parcheggio di docenti che non sanno bene che insegnare”, Giannini ha così replicato: “Non sono soddisfatta del potenziamento, serviranno tre anni per andare a regime”.
Per l’Anief si tratta di un’ammissione importante. Perché "conferma i timori espressi dal giovane sindacato, sin dal mese di ottobre, quando il piano di potenziamento doveva ancora compiersi", ma era già chiaro il patatrac verso cui avrebbe portato: dei docenti impegnati su progetti improvvisati, visto che il Prof deve ancora oggi essere approvato, oppure a svolgere l’ingrata funzione di “tappabuchi” per le supplenze sino a 10 giorni.
"A rendere poi kafkiana la situazione – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - è stata la decisione dell’amministrazione scolastica di protrarre il naturale termine di approvazione del piano dell’offerta formativa triennale dalla fine di ottobre alla metà di gennaio: facendo così approdare nelle scuole i docenti che avrebbero dovuto lavorare su progetti ancora tutti da definire".