(Teleborsa) - Alla fine, le elezioni politiche in Spagna vedono vincere il partito popolare del Premier Mariano Rajoy, ma senza una vera e propria maggioranza, tanto che si teme l'ingovernabilità. Una evoluzione scontata dato che, dopo un quarantennio di bipartitismo, sono emersi movimento estremisti come quello di Podemos.
Scontata la reazione della borsa di Madrid, che stamattina scivola dell'1,9%, in un panorama europeo dei mercati finanziari complessivamente positivo.
A spoglio quasi completamente ultimato, il Partito popolare di Rajoy ha il 28,7% delle preferenze e si aggiudica 122 seggi su un totale di 350 al Congresso. Il premier perde così la maggioranza assoluta, che impli% dei viti e l'aggiudicazione 91 seggi.
Podemos di Pablo Iglesias, il partito nato sulle ceneri del movimento degli indignados, conquista il terzo posto con il 22% e ben 69 deputati, spopolando nella ribelle Catalogna e nel Paese Basco. Al quarto posto il partito centrista anti-casta Ciudadanos di Albert Rivera, con il 13,9% e 40 seggi.
A questo punto non resta che creare una grosse-koalition alla tedesca fra i due grandi partiti che si sono avvicendati in questi ultimi 40 anni - Pp e Psoe - che garantirebbero perlomeno 176 seggi, poiché la coalizione di centro-sinistra Psoe-Pdemos (160 seggi) e centro-destra Pp-Ciudadanos (162 seggi) non garantirebbe la governabilità senza gli estremisti baschi o catalani, con il rischio di tensioni in futuro.
Lo stesso Premier Rajoy venerdì non ha escluso una coalizione con Psoe ed ha riaffermato ieri sera che punta a formare un governo stabile, anche se ha ammesso che ora "inizia una tappa non facile" e che "sarà necessario parlare molto per raggiungere un accordo".