(Teleborsa) - Piccoli passi in avanti sulla riforma del pubblico impiego, con l'accordo sulla riduzione dei comparti ormai in dirittura d’arrivo. A gennaio potremmo assistere alla ratifica della riforma prevista dal decreto 150/09, con le parti che convengono sull'allestimento di nuovi quattro macro-comparti: la scuola, la sanità, gli enti locali e le amministrazioni centrali. Tuttavia, per oltre 3 milioni di lavoratori non cambia nulla se tutto ciò è propedeutico ad un rinnovo di contratto con incrementi-mancia.
"Servono almeno 110 euro per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale e altrettanti di vero e proprio aumento in busta paga. È una quota imprescindibile", dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal. "Se il Governo non agisce con un intervento urgente, l’accordo sui comparti rischia di diventare un passaggio inutile. Ricordiamoci che Corte Costituzionale ha già reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA: anziché stanziare 300 milioni complessivi, servono 12 miliardi di euro l’anno".
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