(Teleborsa) - La Federal Reserve non fa sorprese ai mercati, o quasi.

Ieri il Federal Open Market Committee (FOMC), ossia il braccio armato della Banca Centrale più potente del mondo, ha lasciato i tassi di interesse fermi tra lo zero e lo 0,25%, minimo storico su cui sostano dal 2008 (l'ultimo amento risale invece al 2006).

I toni che dello statement che ha accompagnato la decisione di politica monetaria sono complessivamente "dovish", da colomba, dunque accomodanti.

La Fed ha infatti confermato un'inflazione debole e sotto il target, e un mercato del lavoro meno brillante. L'espressione "solido" letta a settembre ha infatti lasciato il posto alla parola "rallentato" mentre la disoccupazione non viene più descritta come "in calo" ma come "stabile".

Non mancano però alcuni passaggi che potrebbero essere letti come "hawkish", da "falco" e dunque orientati ad una politica monetaria più restrittiva.

I banchieri hanno infatti rimosso il passaggio in cui si dicono preoccupati per le turbolenze dei mercati esteri che a settembre avevano fatto pendere l'ago della bilancia per un rinvio dell'exit strategy. La Fed, comunque, ha ribadito che seguirà ancora con molta attenzione gli sviluppi dell'economia globale.

Inoltre le spese delle famiglie e per gli investimenti, entrambi upgradati da "moderati" a "solidi".

Dunque, a ben vedere, c'è un grande equilibrio tra i fattori che potrebbero far presagire un atteggiamento accomodante e quelli che invece fanno propendere per un non lontano aumento.

Dal canto suo la Fed ha detto chiaramente che non è escluso un aumento dei tassi nel meeting del 15 e 16 dicembre precisando che la decisione dipenderà dallo stato di salute del mercato del lavoro e da un aumentato ottimismo sul fatto che l'inflazione si stia muovendo verso il 2%, l'obiettivo fissato dalla Fed.

Quanto all'incontro di ieri, non si può dire che non ci sia stata unanimità: il nulla di fatto è stato votato da 9 banchieri su 10. L'unico favorevole ad un aumento immediato dei tassi resta il super-falco Jeffrey Lacker.