(Teleborsa) - Il petrolio torna a salire questa mattina, dopo il tonfo registrato ieri, sulla scia dei pessimi dati sulle scorte in USA e delle dichiarazioni del Ministro petrolifero russo.
Il contratto più vicino sul Light crude americano scambia a 46,9 dollari al barile, in rialzo dell'1,12%, mentre il Brent vola a 50,13 dollari al barile, in crescita del 2,92%.
I dati sulle scorte USA pubblicati ieri dal Dipartimento dell'Energia americano hanno evidenziato un forte aumento, raggiungendo i massimi degli ultimi sei mesi e portando il totale al di sopra della media degli ultimi cinque anni.
Intanto, il Ministro dell'energia russo Alexander Novak, una intervista alla CNBC, ha smentito la possibilità di discutere con l'OPEC o con i Paesi produttori non appartenenti al cartello una riduzione della produzione.
Partendo dall'assunto che gli attuali prezzi del greggio, pur bassi, siano uno strumento di riequilibrio del mercato, Novak ha ha confermato che la produzione petrolifera russa manterrà una crescita stabile all'1,3% nel 2015 e nel 2016 per poi rallentare nel 2017. Quest'anno l'output di greggio dovrebbe dunque attestarsi a quota 532-533 milioni di tonnellate, mentre le esportazioni dovrebbero rimanere a quota 237 milioni di tonnellate.
Il petrolio recupera dai minimi. Scorte e produzione pesano sulle prospettive
16 ottobre 2015 - 09.30