(Teleborsa) - Sarà ricordato il viaggio di Papa Francesco negli Stati Uniti, il Paese della grandezza e, storicamente, della speranza di una vita migliore, ma anche tempio del capitalismo più spinto e dell'individualismo ad ogni costo.
Ieri, al passaggio del Pontefice in una Fiat 500L c'erano migliaia di persone ad attenderlo, festose, come in ogni sua visita ufficiale all'estero, che lo hanno accompagnato per tutto il tragitto sino alla Casa Bianca, dove ha incontrato il Presidente americano Barack Obama e sua moglie Michelle.
"Lei ha scosso la nostra coscienza dal sonno", ha detto subito Obama a Papa Francesco, aggiungendo "Grazie per il grande dono della speranza".
Dinanzi a 20 mila persone, Bergoglio ha risposto "quale figlio di una famiglia di emigranti, sono lieto di essere ospite di questa nazione, che in gran parte fu edificata da famiglie simili". Subito dunque il Papa ha toccato il tema dell'immigrazione e dell'emarginazione, divenuta la spina nel fianco dei Paesi occidentali e, recentemente, trasformatasi in una vera e propria emergenza umanitaria.
"Lei ci ricorda come il più potente messaggio di Dio è la misericordia", ha fatto da controcanto Obama, ricordando che questo vuol dire accettare lo straniero, siano essi profughi in fuga dalla guerra o immigrati in cerca di un futuro migliore. Poi, il Presidente ha ricordato la pace storica siglata con Cuba, ringraziando il Pontefice per la sua grande opera di mediazione.
Nella visita alla Casa Bianca, però, Bergoglio non si è fermato al tema dell'immigrazione, ma ha toccato anche l'importante capitolo del clima, esortando i leader della terra a superare le dispute attraverso la diplomazia, affrontare il grave problema del cambiamento climatico e proteggere i vulnerabili.
Oggi, un'altra tappa storica del Pontefice, il Congresso, che segnerà la prima visita della storia di un Papa a Capitol Hill, il tempio della politica americana e dei giochi di potere.
Papa Francesco incanta l'America. Obama: "Lei ha scosso la nostra coscienza"
24 settembre 2015 - 08.59