(Teleborsa) - Chi sperava di poter prevedere le prossime mosse di politica monetaria della Federal Reserve dai nuovi forecast è rimasto soddisfatto solo a metà.

Nell'ultimo outlook del FOMC (Federal Open Market Committee, il braccio armato della Banca Centrale americana) pubblicato ieri in contemporanea con l'annuncio tassi (la Fed diffonde le proiezioni economiche quattro volte l'anno a marzo, giugno, settembre e dicembre), i banchieri centrali hanno dipinto un quadro a due colori.

Per esempio, per l'anno in corso sono state migliorate le stime sul PIL e il mercato del lavoro e peggiorate quelle sull'inflazione (ma non su quella "core") mentre per il 2016 i banchieri hanno mostrato in generale meno ottimismo rispetto alle proiezioni di giugno.

Dunque al momento si può trarre una sola conclusione: il rialzo dei tassi sarà molto graduale alla luce di un'economia in ripresa, ma meno delle aspettative.

Nel dettaglio, il PIL è atteso al 2-2,3% nel 2015 e al 2,2-2,6% nel 2016. Le stime di giugno indicavano rispettivamente un range compreso tra l'1,8% e il 2% e tra il 2,4% e il 2,7%.

Il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi tra il 5 e il 5,1% nel 2015 e tra il 4,7-4,9% nel 2016 (rispettivamente 5,2-5,3% e 4,9-5,1% attesi a giugno).

I prezzi al consumo, infine, dovrebbero crescere dello 0,3-0,5% nel 2015 (0,6-0,8% le proiezioni precedenti) e dell'1,5-1,8% nel 2016 (1,6-1,9% stimati a giugno).

I prezzi "core", calcolati al netto delle componenti più volatili quali cibo ed energia, sono stati invece confermati all'1,3-1,4% per quest'anno mentre sono stati indicati a 1,5-1,8% nel 2016 rispetto all'1,6%-1,9% stimato a giugno.

Passando ai tassi di interesse, tredici banchieri su diciassette stimano che la Fed alzerà il costo del denaro entro la fine dell'anno. Tre funzionari consigliano di rimandare tutto al 2016, uno al 2017.

A giugno, i banchieri favorevoli all'aumento dei tassi entro l'anno erano quindici, mentre due consigliavano di attendere il 2016.