(Teleborsa) - E' partita oggi la marcia di circa 200 rifugiati, incluse donne e bambini, che da Budapest stanno tentando di raggiungere Vienna, vista come la porta di ingresso in Europa. L'Austria è già in allerta da giorni, mentre l'Ungheria è stata letteralmente invasa dai migranti in arrivo dal Nord Africa.

La marcia non è di poco conto, dato che Vienna dista quasi 200 chilometri, che vengono percorsi faticosamente dai rifugiati, scortati dalle forze di polizia.

Ad innescare la silenziosa marcia di protesta l'atteggiamento ultra nazionalista del Premier ungherese Viktor Orban, che ha definito i migranti "una minaccia per la UE", ma anche l'interdizione al traffico ferroviario ai rifugiati. La situazione è così tesa che le autorità ceche stanno anche pensando di riaprire l'accesso alle stazioni ferroviarie.

Mentre l'atteggiamento di Francia e Germania verso i rifugiati è più morbido - Merkel ed Hollande hanno sollecitato l'Italia ad aprire i centri di smistamento al più presto - non tutti accettano l'ipotesi di definire le quote di accoglienza proposte dopo un vertice Francia-Germania-Italia. Si dicono contrari, in particolare i governi Ceco e Slovacco.